Firenze, 12 aprile 2024 – Il cuore grande e generoso di Roberto Cavalli si è fermato oggi, nella sua magnifica casa-torre che guarda Firenze, tra le Madonne lignee del Trecento, gli amati animali anche esotici, le wunderkammer piene di meraviglie, il cinguettio degli uccelli. E il profumo dei fiori di questa residenza di campagna amatissima in cui il suo successo internazionale è esploso come non mai dagli anni Ottanta fino al 2019, quando ha venduto marchio e azienda a un magnate di Dubai.
Malato da tempo, tra continui e tormentati ricoveri, operazioni e cure, il grande stilista che amava definirsi anche ’un grande stampatore’ ricordando le sue origini artistiche col nonno Giuseppe Rossi, pittore macchiaiolo, e la mamma Marcella Rossi di cui il suo studio era pieno di dipinti e di ricordi, se ne è andato circondato dall’affetto della sua famiglia, della compagna di molti anni Sandra Nelsson che lo ha sempre assistito con tanto amore e devozione, del piccolo Giorgio di appena un anno, il bambino avuto con lei solo un anno fa. Ma anche dai figli grandi Cristiana, Tommaso avuti dalla prima moglie Silvanella Giannoni ("il mio primo amore", diceva sempre Roberto), e Rachele, Daniele e Robin avuti dalla seconda moglie Eva Duringer che con lui ha fatto diventare grande la casa di moda che porta il suo nome.
Gli ha stretto la mano anche l’amatissima sorella Lietta Cavalli con la sua famiglia. E Roberto come ultima gioia ha fatto in tempo a vedere i primi passi del piccolo Giorgio proprio di recente. "Il babbo ha smesso di soffrire" dice Cristiana Cavalli, la primogenita dell’uomo che ha reso sexyssime star come Sharon Stone o Cindy Crawford, "il piccolo Giorgio è un amore, un angelo che non smetto di coccolare". Nel silenzio della sera tutti in preghiera intorno a Roberto come lui avrebbe voluto.
E funerali lunedì mattina a San Miniato a Monte, davanti alla sua Firenze che guarderà per l’ultima volta con i suoi occhi arguti e pieni di passione. Un artista Roberto Cavalli, e non solo per la famiglia di pittori, un fotografo d’eccezione, un idealista innamorato della bellezza, che ha portato nella moda un’impronta gioiosa e massimalista senza uguali, con eccessi di nudo da togliere il fiato eppure quasi lirici quando in passerella arrivava Naomi Campbell che per lui ha sfilato anche sul Ponte Vecchio.
"Questo è il posto più bello del mondo" disse a chi scrive quella sera del 2015 affacciandosi a guardare l’Arno. E poi anche la soddisfazione di sfilare, durante un Pitti Uomo lontano, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Pitti con gli indossatori vestiti da paggi rinascimentali. Nella sua vita la moda è entrata di prepotenza due volte, da giovane con le sue creazioni in pelle di gusto hippie, e poi negli anni Novanta e Duemila con la consacrazione nel Pantheon dello stile. Ma di Firenze Cavalli amava tutto: tifosissimo della Fiorentina che si unisce al dolore per la scomparsa dello stilista con un messaggio su ‘X’.
Un uomo generoso, anche umorale, pieno di passioni (oltre quella delle belle donne e della bella vita), ricco di amicizie vere, amico di Julian Schnabel come dei suoi contadini che con lui si dedicavano all’olio extravergine che era uno dei suoi vanti. Stilista sommo, celebratissimo, invidiato eppure persona semplice e sempre cordiale e festosa, negli ultimi anni sempre in compagnia di Lupo, un bellissimo pastore tedesco, e di Sandra, la ex modella svedese che ha reso felice la sua vecchiaia e lo ha assistito fino alla fine.
Poi Giorgio, pura gioia, e l’affetto immenso per figli grandi e nipoti, l’orgoglio di una gran bella famiglia tutta intorno a Roberto il Patriarca. Favolose le sue feste in via Belisario Vinta come nelle ville in Sardegna o sulle favolose barche dove veleggiava spesso con Sharon Stone, la bella casa Ha reso le donne sexy come nessun altro.
Ha stampato degli animalier ancora inimitabili. Ha fatto delle sua casa di moda una gigantesca macchina di lifestyle. Poi nel 2019 la vendita dell’azienda ad un finanziere di Dubai, forse Roberto si era accorto che la nuova moda tutta finanza e business non era più la sua, quel mondo forsennato assatanato di soldi non gli apparteneva più. In questi ultimi anni si era ritirato nella casa-torre che guarda Firenze e chissà quante volte avrà ripensato a quel 4 luglio del 1944 quando i nazisti bussarono alla porta di casa a Castelnuovo dei Sabbioni e catturarono e uccisero babbo Giorgio Cavalli, che lasciava la giovane moglie Marcella, la piccola Lietta e Robeto di soli 3 anni.
Un bambino indifeso che ha affrontato la vita con coraggio fino all’ultimo giorno, oggi, con la pienezza di un uomo che sarà difficile dimenticare per genialità e simpatia. Un istrione che ha amato fieramente Firenze, ne ha fatta sempre la sua capitale del cuore, rammaricandosi però negli ultimi anni per l’eccesso dei “pollai” come lui chiamava i troppi dehor sparsi per il centro storico, che "oltraggiano anche Duomo e Battistero". Parole attualissime, quelle di un Fiorentino unico ed eccezionale.