EVA DESIDERIO
Cronaca

Con Firenze nel cuore. La morte di Cavalli, un figlio innamorato del colore viola

Aperta la veglia nella casa torre di via Belisario Vinta. Lunedì 15 aprile i funerali alle 11 nell’Abbazia di San Miniato al Monte. Non ha mai abbandonato la città: era pazzo per la Fiorentina

Roberto Cavalli sul Ponte Vecchio prima di una sua famosa sfilata

Firenze, 14 aprile 2024 – Anche nell’ultimo viaggio Roberto Cavalli ha pensato alla sua Firenze e ai fiorentini e ha voluto fare una donazione all’Azienda Ospedaliera Università Careggi. Per aiutare l’Unità di terapia intensiva respiratoria della SOD pneumologia e fisiopatologia toraco-polmonare (questa la causale) con un bonifico all’IBAN IT22NO5034028010000000096: questo il suo ultimo desiderio che vorrà condividere con chi gli ha voluto bene e chi gli è stato amico per tutta la vita. Quindi meglio dei fiori questa donazione per il bene di tutti, e per Careggi dove tante volte è stato curato, da oggi, giorno in cui la famiglia aprirà la veglia nella casa-torre del Mille, nella quiete della campagna su via Belisario Vinta. E poi domani per il funerale alle ore 11 nell’Abbazia di San Miniato al Monte, dove ci sarà la Santa Messa.

Intorno a Roberto Cavalli la sua grande famiglia, allargata ma unita nel suo nome e tanti amici in arrivo da ogni parte del mondo. Un uomo tanto famoso ma soprattutto tanto buono e generoso lo merita. Intanto la gente di Firenze parla di lui con affetto e ammirazione, orgogliosa di questo concittadino che ha portato con la sua mirabolante moda la città nel mondo, innamorato dei suoi monumenti e delle sue strade che ogni volta ricordava per le passeggiate con la mamma Marcella, il nonno Giuseppe e la sorellina Lietta, quando era piccolo e poi con le prime macchine decappottabili quando era un giovanotto a caccia di turiste.

Lui che muoveva i primi passi come stampatore, poi come consulente per i maglifici, e ancora come stilista di piccole realtà prima di fondare la sua etichetta da sempre made in Florence nei primissimi anni Settanta, quelli del primo eclatante successo. Poi uno stop prolungato e l’attenzione sui cavalli e sul loro allevamento, altra sua grande passione, e sulla campagna con l’acquisto della fattoria di Panzano che gestisce il secondogenito Tommaso Cavalli, dove si produce il "vino degli dei" perché la località si chiama proprio Tenuta degli Dei: un posto speciale dove Roberto arrivava in elicottero appena poteva per respirare aria pura, ammirare la campagna, sorseggiare un buon rosso.

E poi le sue faraoniche cene, con a ostriche, gamberoni e champagne, a Firenze e nel mondo. Un legame fortissimo quello del grande stilista con la sua città, radicato anche per via del tifo per la Fiorentina, dai palleggi coi ragazzini coetanei davanti alla casa del nonno in via Maragliano 89, dove con la mamma e la sorellina era andato a vivere dopo l’uccisione del padre Giorgio, alle discussioni accese su giocatori e tattiche coi figli, prima con Tommaso e poi con Daniele e Robin.

Una passione vera per la Fiorentina che non lo ha abbandonato neppure negli ultimi tempi, quando era già molto malato, tanto da fargli desiderare molto di poter vedere il Viola Park di Bagno a Ripoli, tanto ne aveva letto e sentito parlare. Ma purtroppo non ce l’ha fatta. In molti in queste ore ricordano anche l’impegno per il rilancio di un locale storico come il caffè Giacosa, che aveva acquistato nel 2001 e aveva tenuto fino al 2017, contiguo alla boutique Roberto Cavalli di via Tornabuoni, proprio sull’angolo dove ora c’è Giorgio Armani, e anche l’apertura galattica del Cavalli Club in piazza del Carmine, poi naufragato troppo presto. Esempi di come lo stilista fiorentino fosse un ecclettico, sempre a caccia di sfide, come dimostrano i locali che portano il suo nome nel mondo, come la Torre Branca a Milano. Non solo un uomo da copertina, sempre abbracciato alle donne più belle del mondo e in viaggio verso mete da favola, ma anche un imprenditore moderno e acuto, che ha puntato molto e in tempi non sospetti sul lifestyle.