REDAZIONE FIRENZE

Rocco Siffredi si confessa: "Da uomo ho le mie ansie"

"Hanno fatto una serie tv su di me in vita, di solito accade quando uno muore"

Rocco Siffredi si confessa: "Da uomo ho le mie ansie"

"Di solito le serie si fanno quando uno muore. E’ stato il massimo fare eccezione". Rocco Siffredi è un’icona pop, consacrata dalla serie "Supersex" dal 6 marzo su Netflix. Ieri era a Firenze, all’Excelsior di San Donnino, per la prima serata dall’uscita della serie.

Un biopic intenso diretto da Matteo Rovere, Francesco Carrozzini e Francesca Mazzoleni per Netflix, ci si rivede?

"Al 100%. E più lo guardo, più lo trovo vicino alla mia vita, tanto che qualcuno dei personaggi ‘reali’ in alcuni casi è rimasto anche un po’ infastidito da alcuni episodi. Ma io ho raccontato la mia vita per come era, senza omettere i tasselli importanti".

Cosa le è piaciuto di più?

"Beh, intanto avere una serie dedicata quando si è in vita. Poi la qualità: gli attori, la regia, la cura dei dettaglia. Alessandro Borghi è stato sublime, ma anche tutti gli altri Saul Nanni, Jasmine Trinca, Adriano Giannini. Alla fine della prima visione, la mia vita in sette ore, ero turbato per quanta aderenza c’era con la mia vita".

Con Borghi avete anche stretto un bel rapporto, cosa ne pensa della sua interpretazione?

"Alessandro ha lavorato moltissimo sul personaggio. Ovviamente non è Siffredi, ma un attore che si è trovato di fronte una prova non semplice: essere Siffredi nella complessità del mio cervello. Ovvero tenere insieme il fare porno, farlo per 40 anni, poi mettere su famiglia, fare figli, decidere di continuare a essere Siffredi, tornare a casa ed essere Rocco Tano".

Un bel test no?

"Il test vero per Borghi ci sarà se arriverà una seconda stagione. In quel caso per Alessandro ci sarà una prova più complessa: raccontare il rapporto con moglie figli, i sensi di colpa, problemi psicologici inadeguatezza ad avere una famiglia".

Un uomo e i suoi demoni. Lei non ha mai avuto paura di raccontare le sue insicurezze.

"Sono un personaggio perché è la gente che mi vede così. Resto legato alle mie origini, alla mia persona dico grazie a quello che ero e volevo essere. Le persone hanno apprezzato la mia sincerità: ‘Ci piaci a prescindere da quello che sei, mi dicono, sei una persona buona. E questo mi fa piacere. Non ho mai fatto finta di essere impeccabile. Nel mio lavoro ho sicurezza, ma come uomo ho le mie ansie".

Cosa c’è nel futuro di Siffredi?

"Portare avanti la famiglia, stare accanto ai miei figli, non mi dispiacerebbe un’esperienza nuova. Mi piacerebbe il cinema classico, un ruolo drammatico".

Fabrizio Morviducci