Francesco Ingardia
Cronaca

Rosticceria Centostelle, bandone giù. “Chiudiamo dopo 25 anni di sacrifici”

L’affetto dei clienti: “Avete lasciato il segno”. Il titolare: “Senza botteghe, quartiere destinato a morire”. A pesare sulla decisione anche il restyling del Franchi: “Per i cantieri alla Fiesole il lavoro è calato del 40%”

I titolari della rosticceria Centostelle Andrea Mazzanti e Monica Sottili

I titolari della rosticceria Centostelle Andrea Mazzanti e Monica Sottili

Firenze, 9 dicembre 2024 – “La nostra corsa finisce qui, dopo 25 anni di passione. Che dire...”, si chiede il titolare della rosticceria Centostelle. Non è mai facile ’abbracciare’ il cambiamento. Ci pensano i clienti di una vita a rispondere. I social offrono la sponda giusta: “I migliori auguri per quello che verrà. Tutto ha un tempo e voi avete lasciato il segno”, scrive Claudia. “Solo un grazie gigantesco per questi anni”, risponde Monica, tra un cuore e l’altro tinto di viola. Sì, perché per un quarto di secolo la bottega di via Centostelle (angolo Calatafimi) ha rappresentato per un quarto di secolo un punto di riferimento anche per i tifosi della Fiesole. Tra un panino, un ’polletto’ arrosto con patate o una lasagna da asporto prima o dopo del fischio d’inizio.

Giù il bandone per l’ultima volta, ieri. Adesso, il cambio di gestione e il cambio di vita per i due titolari, Andrea Mazzanti - zio di “Tommasino” dell’Antico Vinaio - e la moglie Monica. “Dopo 25 anni di sacrifici sentiamo il bisogno di rallentare - raccontano -. Per questo andremo a lavorare da sottoposti da ’Giuliano’ in Gavinana, che conosciamo da 40 anni. Lo abbiamo fatto anche per migliorare la nostra qualità della vita, senza dover più stare in negozio dalle otto di mattina alle nove di sera. Soltanto in due non era più fattibile lavorare a certi ritmi. Siamo davvero stanchi”.

Andrea è certo di una cosa, però: “Lasciamo qui, a Campo di Marte, un pezzo di cuore. Non ci aspettavamo l’ondata di calore che abbiamo ricevuto da clienti e quartiere appresa la notizia della chiusura. Ci ha emozionato nel profondo. Andiamo via da qui arricchiti, professionalmente e umanamente, facendo tesoro del rapporto cliente-titolare che solo la bottega di quartiere sa regalare”.

A proposito, due gli elementi spartiacque che hanno portato alla chiusura: “Le grandi catene di supermercati aperti fino alle dieci di sera inevitabilmente danneggiano attività come la nostra. Offrire anche la gastronomia, ha portato alla rovina le botteghe di zona - aggiunge Andrea -. C’è chi vende, c’è chi chiude, senza il giusto ricambio generazionale. Così Campo di Marte andrà a morire”.

Seconda ragione, non di poco conto: i lavori al Franchi. “Abbiamo pagato il prezzo dei lavori allo stadio - ammette Mazzanti -. Basta fare due conti: a stadio pieno, arrivano 35-40mila persone. Adesso, capienza a 20mila, Fiesole chiusa e tifosi a sedere dalla parte opposta alla rosticceria. Il nostro volume di affari è calato del 40%. Una bella differenza”.