
La relazione del Consorzio di bonifica: "La massa di materiale è enorme. Al vaglio l’impiego di elicotteri e muli". E i tempi sono ancora un rebus.
Una catastrofe ambientale spalmata per decine di chilometri con svariate tonnellate di rifiuti da rimuovere al più presto per salvare uno scrigno di biodiversità, aggredito all’improvviso da una discarica dimenticata e riemersa dal passato dopo oltre mezzo secolo. La situazione del rio Rovigo è disperata e al Consorzio di Bonifica Medio Valdarno è stato affidato il delicatissimo compito di procedere alla raccolta dei rifiuti dispersi lungo il corso del fiume. "La massa di materiale è molto grande e la piena del torrente l’ha distribuita per decine di chilometri a valle, fino alla confluenza con il fiume Santerno e lungo il suo corso – si legge nel verbale redatto dal Consorzio dopo aver ricevuto l’incarico da parte della Regione –. Il danno dal punto di vista ambientale è incalcolabile e si rende necessario e indifferibile intervenire con urgenza per restituire al corso d’acqua e ai suoi versanti il pregio violato".
Il torrente Rovigo era, fino a pochi giorni fa, l’area naturale più intatta e ricca del parco demaniale Giogo-Casaglia, un angolo di natura selvaggia che ha pochi eguali nell’Appennino Centrale. Nella relazione elaborata dal Consorzio si specifica che a breve saranno concordate le indicazioni d’intervento più specifiche con tutti i soggetti coinvolti. Di fatto si tratta del primo atto formale di avvio dei lavori di rimozione dei rifiuti nel tratto compreso tra la frana in località Le Spiagge e l’immissione del torrente Veccione a Firenzuola e Palazzuolo sul Senio. "Al momento per la raccolta dei rifiuti, il loro posizionamento in sacchi o in big bags, il loro stoccaggio temporaneo in aree di raccolta vicino al letto fluviale e il loro successivo allontanamento dall’alveo si sono individuiate diverse ipotesi di intervento", si legge nella relazione. L’opera sarà altamente complessa. Tanto che si vaglia l’ipotesi di utilizzare "muli ed elicotteri per raggiungere, accumulare e portare via i sacchi di raccolta ma la stima precisa delle necessità in tal senso e le specifiche organizzative dei lavori saranno oggetto di definizione nei prossimi giorni con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati". Impossibile stimare i tempi d’intervento. Anche perché "le opere necessiteranno di una preliminare sistemazione delle vie e dei sentieri di accesso alle aree – si specifica nel documento –. Alla fine si renderà indispensabile anche il posizionamento di una rete paramassi per intercettare e raccogliere altri eventuali rifiuti movimentati dal torrente in prossimità del piede di frana". E il conto finale sarà salatissimo: "La stima complessiva dei costi è fissata a 1,9 milioni di euro".
Un lavoro enorme e ancora in divenire. "È presto per confermare nei dettagli quali strumenti e azioni metteremo in campo – spiega il presidente del Consorzio Paolo Masetti –. Tutto nasce dalla conoscenza del territorio e dalla professionalità di alcuni nostri dipendenti che hanno elaborato alcune soluzioni progettuali mettendole a disposizione dei Comuni e della Regione, che poi ha chiesto a noi di occuparsene come ente. Sarà la nostra somma urgenza numero 17 conseguente agli eventi meteo del 14 marzo e così come le altre, anche se fuori comprensorio e al limite delle competenze, lavoreremo anche in questo caso con tutta la passione e le capacità di ente multifunzionale a servizio dei corsi d’acqua del territorio".