MAVI GIANNOTTI
Cronaca

La verità del gigolo: "Quello che le donne non vi dicono"

Roy ha 45 anni, guadagna 10mila euro al mese e ha clienti fiorentine di ogni tipo, dalla casalinga alla manager

Un iconico Richard Gere in una scena del film American Gigolo

Firenze, 24 gennaio 2019 - La dentista che, per i suoi incontri intimi, preferiva rimanere nel suo studio. La mamma che ha organizzato il suo primo appuntamento proibito in un albergo a Novoli. La manager cinquantenne in cerca della passione perduta. Di fiorentine, Roy, gigolo 45enne, residente a Bologna, ne ha conosciute molte nel corso della sua carriera. «È normale – spiega – che le donne scelgano come partner a pagamento qualcuno che poi non rischiano di incontrare nel quotidiano, quando magari sono a spasso con il marito. L’imbarazzo sarebbe garantito». Sì, perché la maggior parte delle signore che si avvalgono di questo particolarissimo servizio, prima inesistente e oggi sempre più richiesto, porta la fede al dito.

«Certo – continua Roy – non mancano le single, in cerca di un’evasione piacevole, soprattutto durante le vacanze, ma la mancanza di sesso è più frequente all’interno del matrimonio. Sono molte anche le coppie di amanti fiorentini che, in vena di trasgressione, mi chiamano per incontri a tre. E poi c’è anche tutto un filone dei mariti voyeristi che amano vedere la propria signora in compagnia di un altro». Insomma, la piazza fiorentina, e quella toscana in generale, è fiorente per questo gigolo. «Tra le mie clienti ci sono casalinghe e professioniste e non necessariamente sono facoltose: se una donna sente il bisogno del servizio che posso offrirle, è pronta anche a chiedere denaro in prestito». Le location prescelte per gli appuntamenti in riva all’Arno sono le più varie. Le single preferiscono la casa, le donne sposate tendono a scegliere gli alberghi. «In quel caso suggerisco hotel in periferia – spiega – che sono più di passaggio e non presentano problemi di parcheggio che a Firenze è sempre piuttosto complicato». Roy si definisce innamorato di se stesso e del proprio lavoro. «Sono narcisista – ammette con candore – ma ho avuto la fortuna di trasformare il mio difetto in un mestiere e redditizio». Nel 2018 ha guadagnato bene: circa diecimila euro al mese. Per questa professione ha lasciato il lavoro di rappresentante nella ditta della madre, che è al corrente di tutto, e dopo qualche resistenza iniziale, ha accettato la scelta del figlio. L’inizio, come spesso accade, è stato casuale. «Arrotondavo lo stipendio facendo lo spogliarellista – ricorda – e una signora mi chiese di organizzare un incontro con me in un locale per far ingelosire il marito. La cosa funzionò bene e io guadagnai duecento euro in dieci minuti». Fu una rivelazione. Dopo aver una ricerca su internet per valutare la concorrenza, Roy decise di mettersi alla prova, con foto in giacca e cravatta.

«Il mios tile serio ed elegante – ricorda – così diverso dalla volgarità all’epoca dominante dei maschi che si esibivano nudi, ebbe successo e negli anni ha finito per rivoluzionare il mercato». Oggi, di gigolo svestiti su internet se ne incontrano davvero pochi. Le donne, a quanto pare, sono in cerca sì di trasgressione, ma anche di stile. «Cercano un cosiddetto maschio alfa – analizza Roy – che dia loro sicurezza, passione e gentilezza. In questo sono diversissime dagli uomini che sognano perennemente una donna oggetto». La donna fiorentina che gli è rimasta più impressa? «Forse la bancaria che aveva convinto la nipote diciassettenne a perdere con me la verginità. E che mi rivelò l’intenzione di fare degli incontri a tre. La ragazza era bella e consenziente, ma rifiutai».