Rsa, allarme liste d’attesa. Accessi per il ricovero in tilt e 300 domande congelate: "Pressione in aumento"

Il trend delle richieste in forte crescita mentre le quote sanitarie rimangono bloccate. La mappa delle quattro zone dell’area fiorentina. Solo in città 140 anziani ancora a casa.

Rsa, allarme liste d’attesa. Accessi per il ricovero in tilt e 300 domande congelate: "Pressione in aumento"

Il trend delle richieste in forte crescita mentre le quote sanitarie rimangono bloccate. La mappa delle quattro zone dell’area fiorentina. Solo in città 140 anziani ancora a casa.

di Francesco Ingardia

La coperta è corta. Sia per il welfare sanitario, che per le famiglie, chiamate a fare i conti con la dura realtà. Da un lato, il trend in crescita registrato per quanto riguarda l’accesso alle residenze sanitarie assistenziali (Rsa). Le liste d’attesa si gonfiano di giorno in giorno, per via di un cortocircuito tra una domanda più forte dell’offerta. Dall’altro piange il piatto delle quote sanitarie. E cioè la risposta in termini di ammortizzatori sociali pro famiglie che grava sulle spalle del Servizio sanitario regionale. Mini bignami utile ai naviganti: la retta per il ricovero definitivo di un anziano in Rsa è spacchettata in due quote.

La quota sociale è quella percepita dalla struttura dall’assistito o dalla sua famiglia come corrispettivo per i servizi erogati. Quella sanitaria invece è da tradurre con "servizi erogati in termini di cure e per l’acquisto di ausili e materiali di medicazioni semplici". Su quest’ultima i numeri forniti a questo giornale da Anaste Toscana è da tremolio alle gambe: "Lo scorso anno in Toscana c’èrano 600 anziani in lista d’attesa per la quota sanitaria. Adessiamo siamo a quota 1500. Quasi un raddoppio dovuto al mancato scorrimento delle liste", il campanello d’allarme trillato dal presidente Paolo Moneti.

Vien da chiedersi, però, quale sia la fotografia dell’area fiorentina per l’accesso alle Rsa. Qui entra in gioco il “braccio operativo“ dell’Asl, ovvero le Società della Salute elevate alla quarta, nel caso di specie: Firenze Centro (perimetro urbano), Sud Est (Bagno a Ripoli, Fiesole, Figline, Impruneta, Pontassieve, a titolo d’esempio), Nord Ovest (Scandicci, Calenzano, Campi, Lastra a Signa, Sesto e Mugello) e Mugello (Borgo San Lorenzo, Scarperia, Vicchio, Barberino).

Il minimo comun denominatore, interloquendo con le quattro Sds: la prospettiva di vita si sta allungando, la flotta di over65 (su Firenze città vale un terzo della popolazione), e ultracentenari aumenta verticalmente tanto da provocare una condizione cronica di "co-morbosità e presenza di patologie che determinano una riduzione dell’autonomia individuale", commenta il direttore della Sds Firenze Centro Marco Nerattini. Il quale sottolinea "lo sforzo congiunto con Asl, Comune e regione" nel solco del tandem dell’assistenza domiciliare e ricoveri semi-residenziali per alleggerire quanto più il carico ricettivo delle Rsa, sfruttando per lo più i fondi europei di coesione (Fsc). L’idea alla base è quella di aumentare la risposta di assistenza domiciliare, semi-residenziale o contributi alle famiglie come "alternativa strutturale" all’impianto Rsa.

"Ma la pressione è in aumento, è indubbio - ammette Nerattini - , nonostante oltre 3mila valutazioni personalizzate l’anno messe a terra".

Parole che fanno il paio con un altro dato, seppur del 2022, emerso dalla Relazione Sanitaria annuale dell’Asl Toscana Centro: l’indice di dipendenza (in termini percentuali) degli anziani over65 sui più giovani, pari al 42,6% per la zona fiorentina.

E quindi torniamo alla domanda delle domande: liste d’attesa nelle Rsa? Su Firenze Centro tocca attendere in media 4-5 mesi, al netto del "fattore variabilità delle liste", anche in base ai decessi. Al momento, sono circa 140 persone in attesa di varcare la soglia delle Rsa.

Nelle diciannove presenti nell’area Sud Est, ad agosto il pallottoliere è fermo a 81. Inferiore a 50 per il Mugello, il cui direttore della Sds Marco Brintazzoli è alle prese a ricalibrare il budget a disposizione per fronteggiare le richieste, pur "avendo inserito da inizio anno 70 persone": "I bisogni del territorio son cambiati - rileva -, dalla domiciliarietà alla residenzialità. Stiamo lavorando per tornare entro la fine dell’anno ai livelli ordinari pre Covid, riportando la lista d’attesa sotto alle 25-30 persone. Negli ultimi anni abbiamo calibrato le risorse disponibili su voci di spesa che favorissero l’assistenza domiciliare. Solo nel Mugello abbiamo 400 persone con servizio attivo. Ma evidente che dobbiamo riprogrammare il budget per dare priorità alla residenzialità".