BARBARA BERTI
Cronaca

Rsa, emergenza personale: "Tra Oss e infermieri servono quattromila unità". Paghe e turni gli ostacoli

La presidente di Arat, Conte: "Gli ospiti non sono autosufficienti. Ci vogliono figure ad hoc. Risorse carenti non soltanto nell’assistenza diretta".

"La carenza di personale è un problema atavico. Negli ultimi tempi sicuramente è più evidente anche perché l’ospite è cambiato. Scordatevi il nonno che gioca a carte: in Rsa soggiornano anziani non autosufficienti". A dirlo è Franca Conte, presidente Arat (Associazione residenze anziani Toscana), rete che sul territorio coordina 11 case di riposo per circa 650 posti letto. "Il mondo delle Rsa è complesso, gestire una struttura ancora di più" aggiunge affrontando di petto la questione del personale. "Mancano due-tremila Oss (operatori socio-sanitari) e più di mille infermieri a livello regionale" dice Conte ricordando che "la Toscana ha parametri più stringenti di altre regioni"

La normativa, infatti, parla di almeno 5 Oss ogni dieci ospiti, un infermiere ogni dieci, un fisioterapista ogni 40 ospiti e stesso rapporto per la figura dell’animatore. "Dal momento che in Toscana ci sono 14mila posti letto, i conti sono presto fatti. E questa è soltanto la parte dell’assistenza diretta ai pazienti. In Rsa ci sono poi coloro che si occupano della cucina, della lavanderia, delle pulizie, della manutenzione ordinaria e gli amministrativi" spiega Conte. Ma perché è così difficile trovare Oss e infermieri? "In primis perché sono figure professionali particolari. La Toscana è l’unica regione dove non è consentito alle agenzie di formazione accreditate di formare gli Oss, solo le Asl possono farlo. E questo indubbiamente rallenta il processo di ricerca. Gli infermieri, invece, preferiscono di gran lunga lavorare nel pubblico" dice Conte. Nella Rsa, quindi, si trovano principalmente infermieri già pensionati per il pubblico che esercitano la libera professione e infermieri stranieri, visto che nel periodo della pandemia è arrivato il riconoscimento della qualifica professionale conseguita all’estero. "È un mercato selvaggio: visto che c’è tanta richiesta, gli infermieri chiedono minimo 35 euro l’ora" dice Conte ricordando che gli infermieri che lavorano nell’associazione prendono "mediamente 23-24 euro l’ora se esercitano la libera professione, i dipendenti 2.200 euro netti al mese". Stipendi più bassi per gli Oss che guadagnano circa 1.500 euro al mese. "Ma i turni sono impegnativi e faticosi e i giovani d’oggi ambiscono a buoni stipendi senza faticare, senza lavorare nel weekend o nei festivi. Dopo il Covid il cambiamento dei costumi è evidente e si ritrova in tanti altri settori del mondo del lavoro" aggiunge spiegando che l’alto turn over (conseguenza della carenza di personale) incrementa i costi di gestione, oltre a non essere positivo dal punto di vista dell’assistenza agli ospiti.