REDAZIONE FIRENZE

Rubano le foto di donne dal web, poi le mettono su un sito hard

Profili Facebook saccheggiati, decine di denunce alla polizia postale

Boom di denunce alla polizia postale. Le donne erano anche classificate in base alla loro residenza

Firenze, 7 novembre 2018 - Saccheggiano le foto delle ragazze dai social network e le ripostano su un sito dal nome e dai contenuti equivoci. C’è un vero e proprio boom di denunce alla polizia postale, in questi giorni, per la frentica attività di un portale web (di cui preferiamo non citare gli estremi per non incrementare la diffusione e i danni) che diffonde immagini e dati di ragazze, classificandole anche per la loro località di residenza.

 E le denunce aumentano di ora in ora, man mano che le ignare protagoniste scoprono di essere state inserite in quella sorta di «raccoglitore». Un’idea malsana per raccattare «click» sulla pelle di malcapitate, colpevoli soltanto di postare, principalmente su Facebook, le proprie immagini e di raccogliere «popolarità» con i ‘mi piace‘. Forse nella testa degli ideatori c’era soltanto la voglia di fare una goliardata, ma le ipotesi di reato configurabili sono piuttosto serie: oltre alla diffamazione (che si complementa sovente con commenti sboccati o offensivi sotto alle foto rubate), si può ipotizzare la sostituzione di persona.

Il prodotto «finale» che esce fuori dalle pagine del sito, infatti, inganna. Sembra infatti che le modelle (a loro insaputa) siano consapevoli di essere in una vetrina ambigua e il messaggio finale si può leggere quasi come una «facilità» o disponibilità ad incontri che invece le ignare ragazze non hanno mai dato. Tutto questo aggravato dal fatto che nel medesimo contesto del sito ci sono espliciti link a contenuti pornografici. Il fenomeno è preoccupante e deve comunque far riflettere. Purtroppo è il rovescio della medaglia dei social network. Il bersaglio preferito dalle menti del sito sono ragazze indiscutibilmente belle, e che non disdegnano di mostrare la propria vita su Facebook incassando sovente centinaia di «like» per le loro immagini. Fotografie che sono assolutamente normali nel loro contesto originario, ma che se inserite in un ambiente differente, palesemente ambiguo, assumono un diverso sapore. Ed è per questo che la polizia postale, in questi giorni, sta ricevendo oltre alle querele anche telefonate di persone disorientate sul da farsi.

ste.bro.