Firenze, 16 novembre 2021 - Ha dato per anni la caccia al mostro e alla fine un mostro se l'è portato via. Un mostro diverso dal killer delle coppiette che ha colpito a Firenze tra il 1968 e il 1985, ma è pur sempre un mostro, il male che ha ucciso Ruggero Perugini. Aveva 75 anni e viveva a Torino; tra il 1986 e il 1992, quando prestava servizio alla questura di Firenze, era stato il capo della Sam, la squadra anti mostro creata appositamente per dar la caccia a quel serial killer inafferrabile che stava terrorizzando il capoluogo toscano, e non solo.
Fu la Sam guidata da Perugini ad individuare, arrestare e portare a processo Pietro Pacciani. Fu Perugini, nell'aprile del 1992, a trovare la cartuccia Winchester, dello stesso tipo da quelli usati negli otto duplici omicidi, nell'orto nella casa del contadino di Mercatale Val di Pesa.
E fu ancora Perugini, prima che cominciasse quella perquisizione, a lanciarsi in un appello che è diventato cult. In diretta tv, si rivolse direttamente all'assassino, invitandolo a consegnarsi proprio a lui. "Tu sai come, quando e dove trovarmi, io aspetterò".
Uno stile molto statunitense che Perugini, nato a Roma, aveva importato dalla sua esperienza all'accademia di Quantico, dove aveva completato gli studi di criminologia clinica intrapresi presso l'Università di Modena. In gioventù, prima di entrare in polizia (aveva fatto esperienza anche nei carabinieri), aveva suonato in una band. Dopo l'esperienza a Firenze, era tornato negli Usa, come ufficiale di collegamento tra investigatori italiani e a stelle e strisce.