OLGA MUGNAINI
Cronaca

Eliminare le rughe? I viaggi nello spazio ci aiutano anche per questo

Il convegno organizzato da Fondazione Internazionale Menarini con Nasa, Sovaris Aerospace e The Foundation for Gender-Specific Medicine

Eliminare le rughe? I viaggi nello spazio ci aiutano anche per questo

Firenze, 13 settembre 2023 – A cosa serve andare nello spazio? In definitiva a vivere meglio sulla Terra. O almeno, tante sono le scoperte scientifiche e mediche che aiutano la vita degli astronauti e allo stesso tempo quella dei comuni mortali.

Un esempio su tutti, a ridurre le rughe e in generale a rallentare l'invecchiamento. Sono alcuni dei temi affrontati a Firenze nel convegno che si conclude oggi dal titolo “Costruire una civiltà nello spazio”, organizzato da Fondazione Internazionale Menarini con Nasa, Sovaris Aerospace e The Foundation for Gender-Specific Medicine.

Un appuntamento in cui i massimi esperti a livello mondiale fanno il punto sulle ultime novità della ricerca spaziale medico scientifica e delle sue possibili applicazioni terrestri, confrontandosi sulle nuove sfide etiche, politiche e legali che attendono l’umanità: dalla governance della raccolta e distribuzione delle risorse di nuovi mondi, alla complessa questione dell’alterazione del genoma umano per migliorare l’idoneità ai voli spaziali, fino alla tutela dell’integrità degli ambienti dei pianeti in cui stabilire civiltà permanenti.

Uno dei contributi della medicina di precisione "dello spazio" è proprio sul fronte dell’invecchiamento. Studi sugli effetti nocivi della microgravità e delle radiazioni ionizzanti sugli astronauti aprono la strada a nuove strategie su malattie cardiovascolari e metaboliche.

Allo studio anche nuovi strumenti per la medicina di precisione, dai gemelli digitali alla farmacogenomica, sviluppati per i viaggiatori dello spazio, ma utili anche la salute dei “terrestri”. Si calcola infatti che saranno centinaia o forse migliaia i civili che nei prossimi decenni si avventureranno fuori dal Pianeta Terra come turisti per vivere e lavorare nello spazio.

L’irruzione in orbita di persone comuni, che non avranno la stessa preparazione degli astronauti, impone la necessità di comprendere come addestrarli e progettare una lunga permanenza nello spazio. Basti pensare che la Nasa lavora per mettere il primo piede su Marte nel 2040, mentre il magnate Elon Musk con la sua compagnia privata SpaceX è convinto di poter battere l’agenzia spaziale americana di quasi un decennio, per poi creare insediamenti stabili con un milione di persone entro il 2050 Ma vivere qualche mese in orbita accelera l’invecchiamento e determina cambiamenti che di solito si verificano in 10-20 anni di vita sulla Terra, con effetti deleteri su occhi, cuore, Dna e metabolismo.

La buona notizia è che la medicina spaziale ci sta fornendo nuovi strumenti di precisione per contrastare questo fenomeno attraverso la personalizzazione di farmaci, attività fisica e dieta in base al profilo molecolare del singolo individuo.

Sono allo studio anche programmi di intelligenza artificiale capaci di diagnosticare malattie prima ancora della comparsa dei sintomi, biopsie liquide che con un solo prelievo di sangue riconoscono le “spie” di diversi tipi di tumore, gemelli digitali con cui prevedere l’evoluzione delle malattie e nuovi sistemi di telemedicina per intervenire a distanza.

All'evento di Firenze della Fondazione Menarini partecipano medici, psicologi e biologi a confronto con astronauti, fra cui anche l’italiano generale Roberto Vittori, ingegneri, astronomi, storici, fisici ed esperti di etica, per discutere in modo multidisciplinare le principali sfide che ci attendono nella nuova era dell’esplorazione spaziale.

Gli atti del seminario verranno pubblicati in un volume edito dall’Academic Press di Elsevier, che si candida a diventare un punto di riferimento per tutti gli attori coinvolti nella nuova corsa allo spazio.

«Con crescente intensità e frequenza i nostri maggiori esperti avvertono che la continuità della nostra esistenza sulla Terra ha davanti a sé un futuro incerto - afferma Marianne Legato, presidente del convegno, professoressa emerita di Medicina Interna alla Columbia University, a capo della Foundation for Gender- Specific Medicine di New York -. Il cambiamento climatico, l’esaurimento di importanti materie prime sulla Terra, la collisione con altri corpi celesti come gli asteroidi, l'invasione di agenti infettivi per i quali non abbiamo difesa e, in ultima analisi, il collasso del Sole stesso, sono tutti scenari possibili che rendono imperativo esplorare mondi alternativi su cui sopravvivere e preparare l’umanità alla vita su altri corpi celesti. Prepararsi a questo cambiamento è dunque fondamentale dal punto di vista medico scientifico, etico e politico».

«Monitorare le conseguenze fisiche dell'esposizione degli astronauti all'ambiente ostile dello spazio è cruciale per la salute degli astronauti, ma consentirà anche di migliorare la nostra comprensione della fisiologia umana, grazie soprattutto alla medicina di precisione», ha spiegato Michael A. Schmidt, amministratore delegato di Sovaris Aerospace, compagnia specializzata nella medicina di precisione per i voli spaziali.

«Se la medicina spaziale sta ancora muovendo i primi passi, la buona notizia è che siamo anni luce più avanti rispetto alla medicina terrestre di precisione così come molti la conoscono – aggiunge Marianne Legato – . E l'analisi della capacità degli esseri umani di adattarsi a situazioni estreme di stress, sta ampliando anche le nostre conoscenze sulla neuroplasticità e sui meccanismi che il sistema nervoso impiega per mantenere l'equilibrio di fronte alle sfide uniche dello spazio».

Si sa che la microgravità elimina l’impatto del carico sulle ossa e sui muscoli e determina una perdita di massa ossea. Inoltre favorisce una ridistribuzione dei fluidi verso la parte superiore del corpo che aumenta il rischio di trombosi e problemi alla vista. Per compensare questi cambiamenti il cuore funziona diversamente e perde contrattilità, mentre il ventricolo sinistro tende a diventare più piccolo e le pareti delle arterie si irrigidiscono.

L'altra buona notizia è che la medicina spaziale dà un forte contributo alla medicina di genere. Uomini e donne non reagiscono allo stesso modo anche nello spazio e le differenze stanno emergendo man mano che aumenta il numero delle donne astronauta in orbita.

Come prepararsi a questo futuro fuori dalla Terra? L’astronauta italiano, generale Roberto Vittori, ha raccontato la sua esperienza nella Stazione Spaziale Internazionale, che rappresenta l’apice dei laboratori scientifici avanzati e una piattaforma unica per la ricerca, in particolare nel campo della medicina e della farmaceutica: «La microgravità sperimentata a bordo impone al corpo umano effetti negativi che possono essere paragonati a un processo di invecchiamento anticipato e accelerato - afferma Roberto Vittori -. Se ciò può sembrare dannoso, in realtà rappresenta un’opportunità unica per la ricerca medica e la scienza. Infatti, la simulazione di invecchiamento rapido a cui sono sottoposti gli astronauti a bordo, al loro ritorno sulla Terra, può essere invertita e analizzata in profondità. Inoltre, in microgravità il cervello deve adattare i suoi meccanismi di elaborazione delle informazioni, offrendo preziose indicazioni sulle capacità cognitive umane e aprendo così la strada a prossime generazioni di esploratori anche civili». «Fondazione Internazionale Menarini è felice di promuovere questo evento, unico nel suo genere, che coniuga le ultime novità della ricerca spaziale con le sfide etiche, politiche e legali che attendono l’umanità. Un tentativo difficile, ma sicuramente innovativo e interessante», dichiara Alessandro Casini, presidente Fondazione Internazionale Menarini