PIER FRANCESCO NESTI
Cronaca

Sala a CasaPound, scoppia il caso. Bufera politica, poi arriva la revoca

Sotto accusa la concessione del consiglio alla presentazione di un libro sui femminicidi giudicato razzista. La maggioranza: "In un luogo dedicato a Pertini i fascisti non possono entrare". L’autrice: "È censura".

Sala a CasaPound, scoppia il caso. Bufera politica, poi arriva la revoca

Sotto accusa la concessione del consiglio alla presentazione di un libro sui femminicidi giudicato razzista. La maggioranza: "In un luogo dedicato a Pertini i fascisti non possono entrare". L’autrice: "È censura".

Un libro che divideva e che divide. Un libro (‘Le vite delle donne contano - Lola, Pamela, Desirée, quando l’immigrazione uccide ‘, scritto da Francesca Totolo) che alla fine non sarà presentato domenica come invece era previsto. Una decisione a conclusione di una giornata convulsa, culminata con una conferenza d’urgenza dei capigruppo, particolarmente tesa. "Oltre a confrontarmi con loro – ha detto il presidente del consiglio comunale, Antonio Montelatici – l’ho fatto anche con le autorità competenti per verificare la sussistenza delle preoccupazioni emerse rispetto all’ordine pubblico. E, alla luce degli approfondimenti fatti in merito ai contenuti dell’iniziativa, ho ritenuto di negare l’autorizzazione all’utilizzo della sala così come previsto anche dal regolamento del consiglio comunale".

Ovviamente è stata una giornata ricca di reazioni, a partire dalla chiusura netta arrivata dal Pd e dalla maggioranza (Fare Città, Sì parco No aeroporto e Campi a Sinistra): "Non si può autorizzare – dicono dal Pd - l’ingresso di CasaPound nella sala di tutti i cittadini, intitolata a Sandro Pertini, per propagandare idee che incitano all’odio razziale". "Il Comune di Campi – hanno rincarato la dose dalla maggioranza - il 4 marzo ha sottoscritto il Patto antifascista rinnovando l’impegno a contrastare ogni forma di fascismo, razzismo e discriminazione. È dovere di ogni democratico opporsi con coerenza e fermezza all’estremismo di destra". "Siamo di fronte alla possibilità che forze politiche come CasaPound e Forza Nuova vengano sdoganate e questo come Pd non possiamo permetterlo": è netto il giudizio di Maurizio Verona, coordinatore del Dipartimento sulla Memoria del Pd Toscana. "Gli atteggiamenti di queste realtà fanno vergognare luoghi come la nostra regione, terra che è stata teatro di molteplici crimini nazifascisti, tra cui l’eccidio di Sant’Anna di Stazzema, frazione del Comune di cui sono sindaco".

Nel dibattito si sono inseriti anche gli assessori regionali Alessandra Nardini, Serena Spinelli e Monia Monni, il consigliere regionale Pd Fausto Merlotti e il Pd metropolitano: "Permettere l’ingresso di CasaPound nella sala consiliare per propagandare idee che incitano all’odio razziale è inaccettabile e incompatibile con i valori della comunità campigiana. Dobbiamo tutelare i luoghi della democrazia e rispettare la memoria di quanti caddero per estirpare un’ideologia di sopraffazione e violenza", mentre Riccardo Nucciotti (Nucciotti Sindaco), ha parlato di "un libro che non dovrebbe essere presentato da nessuna parte".

Parole dure a cui il capogruppo FdI, Roberto Valerio, ha replicato altrettanto duramente: "Triste il fatto che, mentre ricorre sempre più il tema dei femminicidi e della violenza sulle donne, il Pd non solidarizzi con un libro che parla proprio di casi di femminicidi, ma scateni una campagna di odio e divisione con bugie strumentali. Così come è curioso lo strano concetto di democrazia che il Pd continua ad avere, negando il diritto alla libertà di opinione a coloro che non sono graditi". E se Aned Firenze afferma che "con la presentazione di questo libro si sarebbe tradita la costituzione", la consigliera regionale M5S Silvia Noferi ‘ravviva’ una vecchia polemica: "Queste iniziative che incitano all’odio razziale non avrebbero mai avuto l’autorizzazione se il presidente del consiglio non appartenesse a FdI, cosa che abbiamo sempre trovato inopportuna e inspiegabile".