Paolo
Gori*
Passeggiando per la città vediamo che nelle vetrine dei negozi nessuno ha i saldi, ma quasi tutti hanno cartelli per annunciare ’Vendite promozionali’. Questo accade perché la Regione ha posticipato i saldi di fine stagione al 30 gennaio, offrendo però la possibilità di effettuare, nei 30 giorni precedenti a questa data, vendite promozionali. Spostare i saldi di un mese o anche di due sarebbe eccezionale perché così i negozianti potrebbero vendere a prezzi di listino la merce che hanno in magazzino e, visti i tempi che viviamo, sarebbe una cosa splendida che permetterebbe di mitigare le perdite causate dalle varie chiusure forzate. Ma, ahimé, non viviamo in un mondo perfetto: infatti nell’e- commerce i saldi sono già partiti (o non si sono mai fermati), la grande e media distribuzione invoglia i clienti inondando di messaggini con sconti su tutta la merce e gli outlet sono permanentemente in saldo (o così pare). Anche il commercio tradizionale o di vicinato si deve adeguare a questi saldi truccati da vendite promozionali. Nel 2018 la Regione ha rivisto il Codice del Commercio ma, alla luce di quanto accaduto, nell’ultimo anno specialmente, dobbiamo smetterla di nasconderci dietro un dito e affrontare le regole del commercio nella sua globalità aprendo un tavolo di discussione e trovare il modo di regolamentare non solo il commercio tradizionale, ma anche tutte le altre forme di commercio che operano sul nostro territorio.
* Presidente regionale Confartigianato Toscana Commercio