REDAZIONE FIRENZE

Salimbeni vuol dire cultura

A Firenze, in pieno centro, in via Matteo Palmieri, 14-16 rosso, andiamo a visitare la storica libreria Salimbeni. A raccontarci...

A Firenze, in pieno centro, in via Matteo Palmieri, 14-16 rosso, andiamo a visitare la storica libreria Salimbeni. A raccontarci l’avventura sono Serenella, Stefano e Ilaria Salimbeni, gli attuali condottieri: "Gustavo Salimbeni (il padre di Serenella e Stefano), da adolescente lavorava raccogliendo libri vecchi e carta, e la portava al macero. Erano gli anni ’30, quando ebbe l’idea di non distruggere i libri, ma di venderli come usati. L’iniziativa ebbe successo, e così Gustavo aprì la libreria in via Matteo Palmieri. La sede è rimasta, a distanza di 90 anni, sempre nella stessa strada, ed è sempre gestita dalla famiglia Salimbeni. L’attività della libreria, che inizialmente riguardava solo la vendita di libri usati, dopo la guerra si estese ai libri nuovi, e negli anni ’60, quando i testi scolastici non cambiavano a ogni stagione, diventò un punto di riferimento nel mercato degli usati per le scuole medie e i licei. Così la libreria si caratterizzò nella vendita di libri di qualsiasi epoca, dall’incunabolo all’ultima novità, dal libro della prima elementare all’edizione di lusso o rara anche con incisioni e litografie originali".

Poi su Firenze si abbatté l’Alluvione. Cosa successe alla libreria Salimbeni? "L’alluvione del 4 novembre 1966 colpì violentemente la vita della libreria. Nel giro di 24 ore fu distrutto il lavoro di una vita. Nei nostri locali l’acqua raggiunse l’altezza di 5 metri e portò via centinaia di migliaia di libri devastando magazzini e punti vendita. Furono distrutti e scomparvero libri rarissimi, come una delle prime edizioni della Divina Commedia e il libro imbullonato di Depero futurista".

Ma il fango del 4 novembre non riuscì a distruggere il sogno. "La risposta della nostra famiglia fu incredibile, come quella di tutti i commercianti e artigiani di Santa Croce. Il 5 novembre iniziammo a spalare mota, pulire i locali, buttare via, con enorme dolore, i libri ormai irrecuperabili, ordinarne nuovi, comprare biblioteche di libri di antiquariato, combattere e vincere la battaglia contro la distruzione. Così, prima di Natale di quel 1966, anche se in un locale ridotto, fu ripresa la vendita. Successivamente fu ampliata l’attività con l’acquisto di un locale più grande, e fu costituita la casa editrice Libreria Salimbeni, che fino agli anni ’90 stampò libri di storia locale, arte, ristampe di testi futuristi, tra cui quel libro imbullonato di Depero andato perduto. Da ricordare anche la ristampa integrale di Pinocchio intitolata “La storia di un burattino“ (poi “Le avventure di Pinocchio“) apparsa a puntate nel “Giornale per i bambini“ negli anni 1881-1883: ristampa che ebbe un grande successo e fu esaurita in brevissimo tempo.

In quel periodo la nostra attività, oltre alla vendita in libreria, si realizzava con i cataloghi che erano inviati per corrispondenza e nei quali venivano proposti titoli di antiquariato e di varia cultura presenti nei nostri scaffali. I cataloghi venivano spediti in qualsiasi parte del mondo. E in tal modo il nome della Libreria si affermò anche all’estero. Si costituì negli anni un esteso gruppo di clienti che, come nel libro, poi film, “84 charing cross road“ erano e sono qualcosa di più di semplici clienti. Nel tempo, con internet, gli strumenti di divulgazione del lavoro librario si sono diversificati. Nel corso degli anni la passione per i libri è rimasta immutata".