A più di una settimana dallo scoppio della vicenda legata all’infezione da salmonella in plessi serviti da Qualità&Servizi non si ha ancora un quadro definito del numero di possibili casi registrati. O, almeno, questi dati non erano arrivati, a ieri, all’azienda per le refezioni scolastiche o al Comune di Sesto. È emerso, ieri mattina, nella seduta della Sesta commissione consiliare presieduta dal capogruppo della Lega Daniele Brunori cui hanno preso parte anche alcuni genitori come uditori.
Sia il sindaco Lorenzo Falchi che l’Amministratore unico di Qualità&Servizi Filippo Fossati, rispondendo a una specifica domanda del consigliere di Italia Viva Gabriele Toccafondi, hanno infatti detto di non avere a disposizione i dati sanitari che devono essere forniti dalla Asl. Ancora non definite ufficialmente le cause della tossinfezione anche se si sembra andare verso la direzione delle forniture: "Da giovedì scorso – ha detto Fossati accompagnato dal direttore operativo Francesco Dini – nel centro di via del Colle la Asl ha iniziate le analisi e verifiche, che proseguono ancora, svolgendo anche simulazioni su quattro giorni di pasti serviti. Abbiamo poi provveduto a una sanificazione straordinaria a doppio modulo per garantire spazi, macchinari e persone e poi abbiamo svuotato l’azienda da tutti i prodotti alimentari utilizzati la scorsa settimana. L’Azienda sanitaria non ci ha mai detto di chiudere ma abbiamo deciso di farlo noi per massima cautela. Ormai sembra che si debba andare a cercare sugli alimenti: per quanto ci riguarda abbiamo consegnato tutte le campionature richieste e speriamo che possa esserci una risposta a breve. Nel frattempo, abbiamo ripreso il servizio in assoluta sicurezza con un menù lontano da ogni rischio di contaminazione, con pietanze calde o anche fredde ma confezionate".
Le forniture dello stabilimento di via del Colle sono le stesse del centro cottura di Calenzano, Comune che non ha registrato casi di salmonellosi: "Va tenuto conto però – hanno detto i rappresentanti di Qualità&Servizi – che possono esserci diversi lotti di prodotti pur provenienti da un unico fornitore". Anche i dipendenti dell’azienda sono stati sottoposti, su base volontaria, a coprocolture e su 110 test due sono risultati positivi: "Si tratta – ha spiegato Fossati – di due addetti alla distribuzione in un asilo ma è escluso che possano avere originato l’infezione per le loro mansioni e per il fatto che nella scuola in questione non ci sono stati casi. Senza che ci fosse necessità o indicazione della Asl abbiamo provveduto a metterli in malattia fin quando il test non tornerà negativo e con loro, per cautela massima, anche i colleghi negativi".
Rispondendo a domande poste dai consiglieri di opposizione poi Fossati ha chiarito di non avere ricevuto la notifica di cause legali e ha ammesso che la vicenda "se la connessione con la mensa fosse dimostrata, inciderebbe sulla credibilità dell’azienda. Molto sta anche in cosa si farà d’ora in poi per affrontarla e per riprendere credibilità". Intanto, a margine della vicenda principale, Fossati ha anche comunicato che l’annunciato progetto di un nuovo centro cottura ha subito un brusco stop visto che il terreno ipotizzato per la struttura impatta con l’ipotizzata pista aeroportuale.