MANUELA PLASTINA
Cronaca

Saltino, luogo del cuore dimenticato. Asta deserta per Villa Malvezzi

Uno dei simboli della frazione di Reggello è in stato di abbandono e il Comune non riesce a venderlo

Saltino, luogo del cuore dimenticato. Asta deserta per Villa Malvezzi

Saltino, luogo del cuore dimenticato. Asta deserta per Villa Malvezzi

Asta deserta per Villa Malvezzi. Dopo quasi 40 anni, uno dei simboli di Saltino, noto sia per la sua bellezza architettonica sia per la sua collocazione in un punto ben visibile sulla strada principale, continua a restare di proprietà (inutilizzata) del Comune di Reggello.

La base d’asta era di 303.960 euro per un edificio residenziale unifamiliare su due piani fuori terra ed uno seminterrato con loggiato, cinque magazzini, disimpegno, vano scale e due cantine. Al piano terra ci sono l’ingresso, un disimpegno, vano scale e cinque stanze; al piano primo un disimpegno, il vano scale, sei vani, una loggia e tre terrazze. All’esterno il fabbricato è in buone condizioni sia di copertura che di facciate, con i suoi caratteristici dettagli di pregio come cornici, portali, merlature ed opere in ferro battuto. L’interno invece sta messo peggio, abbandonato dai primi anni ’80 dopo essere stato dapprima abitazione privata, poi usato a carattere turistico-ricettivo. Ma nessuno ha presentato ufficialmente offerte, anche se pare qualcuno possa essere interessato al bene. Il nome con cui è conosciuto l’edificio è anche ’Villino Cerruti-Malvezzi’ e per la sua bellezza è storia è stato inserito tra i ’Luoghi del cuore’ del Fai.

Fu fatto costruire dalla Marchesa Cerruti intorno al 1897-1898 in quella che era la nascente stazione climatico turistica di Saltino di Vallombrosa, dove al tempo le famiglie della nobiltà e dell’alta borghesia italiana e straniera stavano realizzando le loro case di villeggiatura estiva. Negli ultimi decenni di vita, ha accolto il ’Circolo dell’Ospite’ e, alla sua chiusura, è diventato un ristorante-pizzeria, per poi restare in mano pubblica senza però trovare una nuova vocazione. Il Fai chiedeva che potesse tornare a uso pubblico, dopo un adeguato e impegnativo restauro. Il Comune alla fine del 2020 aveva deliberato la realizzazione di lavori urgenti come strutture in legno o in materiali simili per il bloccaggio di porte e finestre ammalorate, la rimozione dei vetri rotti e dei legni ammalorati, la sistemazione del verde intorno per la sua messa in sicurezza. Il tentativo di venderlo all’asta, nella speranza che qualcuno lo riporti a nuova gloria e vita, è andato a vuoto. Ora l’amministrazione dovrà valutare cosa fare.