CRISTINA PRIVITERA
Cronaca
Editoriale

Salute mentale. Cenerentola della sanità

Poche risorse a disposizione della cura della sanità mentale

Poche risorse a disposizione della cura della sanità mentale

Firenze, 2 marzo 2025 – “Non lasciate sole le famiglie, perché spesso lo sono". A dirlo è la presidente di una delle tante associazioni di familiari di persone con disturbi psichici che si battono per avere sostegno e servizi pubblici adeguati alla cura dei propri cari. Francesca Soldaini di Nuova Aurora è una delle voci che abbiamo ospitato nelle nostre pagine in questi giorni, per approfondire uno dei temi più delicati ma anche più urgenti della salute pubblica.

Perché le cure per la malattia mentale del servizio sanitario pubblico sono indispensabili ma costose. E Soldaini ha rimarcato anche come sia destinato a queste patologie soltanto il 3% della spesa sanitaria, anche se i dati dicono che la percentuale di chi soffre di questi disturbi nell’arco della vita sia pari al 25% della popolazione. Un Paese a economia avanzata come il nostro – dicono gli esperti – dovrebbe dedicare il 10% del budget sanitario pubblico alla salute mentale, che si tradurrebbe in più personale tra psichiatri, psicologi, educatori, infermieri e altre figure necessarie a far funzionare i Dipartimenti di salute mentale, ma anche a garantire diagnosi precoci fondamentali per l’efficacia delle terapie.

Purtroppo ancora oggi gli sforzi per mettere in campo interventi adeguati – quanto a personale e servizi – non sono sufficienti. Ancora oggi – ha aggiunto Maria Antonietta Gulino, presidente dell’Ordine degli psicologi della Toscana – c’è l’idea che curare i disagi della psiche sia meno importante che curare il resto del corpo. Un servizio in più a disposizione in Toscana è ora lo psicologo di base che, in fase di sperimentazione, ha già mostrato di costituire una prima risposta ai bisogni dei cittadini: 700 visite e 120 persone seguite soltanto nel territorio fiorentino. Ma certo non potrà essere sufficiente a colmare tutte le carenze. Resta la falla delle famiglie che rischiano di essere lasciate sole. Soprattutto le più fragili che vivono importanti disagi, come quella di Montepiano.