di Manuela Plastina
FIRENZE
Daniele (lo chiameremo così) ha festeggiato la sua prima settimana di vita con un dono speciale: l’abbraccio della sua mamma. Finora non era stato possibile questo contatto così stretto e unico a causa di un problema congenito del piccolino: un’ernia diaframmatica. Si tratta di una gravissima e rara (un caso ogni 3000 nati) malformazione a causa della quale i visceri escono dalla gabbia toracica. Una condizione a rischio vita che gli specialisti del Meyer non affrontavano da 10 anni e che si sono preparati a gestire poco dopo la venuta alla luce del piccolo. Il parto è avvenuto il 30 ottobre con cesareo programmato in una delle sale operatorie dell’Aou Meyer Irccs diventata per l’occasione una sala parto con il sostegno alla mamma garantito dall’equipe ostetrica e anestesiologica del San Giovanni di Dio, che ha lavorato in trasferta.
I medici della Terapia intensiva neonatale hanno verificato che le condizioni di Daniele si stabilizzassero dal punto di vista emo-dinamico e che i parametri respiratori fossero ottimali; poi, a 24 ore dalla nascita, lo hanno portato in sala operatoria. Qui il piccolo è stato sottoposto a un’operazione chirurgica in toracoscopia, tecnica mini-invasiva che non solo ha permesso di accelerare i tempi di ripresa, ma anche di non lasciare cicatrici su di lui. Per correggere la grave e rara malformazione, l’equipe chirurgica coordinata dal professor Mario Lima, uno dei maestri della chirurgia pediatrica del Sant’Orsola di Bologna che collabora con l’ospedale fiorentino, ha praticato tre fori nel torace del piccolo paziente: uno del diametro di cinque millimetri e gli altri di tre millimetri.
Attraverso queste minuscole aperture, son passati gli strumenti di ultima generazione, anch’essi di appena tre millimetri. Hanno riposizionato la parte di intestino fuoriuscita nella sede originaria e il torace è stato chiuso con una sutura primaria. Il tutto è stato seguito attraverso una microscopica sonda munita di telecamera. L’intervento è durato in tutto un’ora e venti minuti ed è perfettamente riuscito grazie alla collaborazione dei chirurghi Roberto Lo Piccolo ed Elisa Severi, mentre il professor Zaccaria Ricci ha monitorato il piccolo paziente dal punto di vista anestesiologico e rianimatorio.
Il neonato è poi tornato nella sua cullina della terapia intensiva diretta dal dottor Marco Moroni. Il decorso post-operatorio sta andando molto bene: Daniele è già stato stubato e ora respira in modo autonomo tanto da potersi godere le coccole della sua mamma.