REDAZIONE FIRENZE

Salvi dall’Ucraina, tornano in patria 21 ragazzi

Rimpatrio di 21 ragazzi ucraini ospitati a Firenze per due anni dall'Istituto degli Innocenti. Accompagnati dalla Croce Rossa, tornano in patria con progetti di accoglienza familiare.

Per due anni hanno vissuto a Firenze, ospiti dell’Istituto degli Innocenti dopo essere fuggiti dalla loro terra, l’Ucraina, devastata dalla guerra. Erano arrivati in città l’11 marzo del 2022. Ora, a 24 mesi di distanza, sono tornati nella loro patria insieme alla tutrice che li ha seguiti in tutto questo tempo. Sono stati accompagnati nel viaggio di rientro dai volontari del comitato di Firenze della Croce Rossa Italiana.

Il rimpatrio è stato deciso dalle autorità ucraine col nulla osta del Tribunale per i minorenni di Firenze. La loro ambasciata fa da garante: ognuno di questi ragazzi potrà seguire un progetto personalizzato in una dimensione di accoglienza familiare. Erano arrivati a Firenze in 21 più un gatto; avevano tra i 3 e i 17 anni e tanta voglia di serenità.

L’Istituto degli Innocenti, confermando la sua vocazione al rispetto e alla tutela dei diritti dell’infanzia, li aveva accolti dopo una richiesta di aiuto arrivata da Leopoli, da Save the Children e dal Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR).

Il gruppo faceva parte di una spedizione di vita più grande, che aveva visto fuggire dalla patria altri 42 bimbi con le loro mamme accolti nel Lazio. Erano scappati dall’orrore e dalla paura: da quella che fino a pochi giorni prima era la loro quotidianità fatta di famiglia, scuola, giochi, erano improvvisamente rimasti soli, esposti al rischio di tratta e di perdita dei legami familiari di riferimento. Qui a Firenze, tra le braccia della tutrice e degli operatori degli Innocenti, hanno trovato un ambiente sicuro dove crescere e un luogo di eccellenza educativa. Hanno anche potuto continuare a studiare, seppur spesso a distanza e grazie alla tecnologia.

Ora dopo due anni hanno dovuto salutare la loro "famiglia speciale" fiorentina per riprendere un percorso di crescita e di vita nella loro patria: sono il simbolo vivo della speranza di una ripartenza di pace.

Manuela Plastina