"Se il Comune non riconoscerà almeno una sua partecipazione al livello di gestione e manutenzione dell’area di San Donato, il comitato costituito dai residenti procederà per vie legali nei suoi confronti". Un aut aut, o quasi, dei piccoli proprietari del quartiere di Novoli, circa mille, la maggior parte riuniti in comitato, che vogliono proteggere le proprie tasche. La questione è quella di San Donato, un quartiere privato ad uso pubblico gestito da un consorzio, del quale fanno parte: i proprietari degli immobili ad uso residenziale, l’immobiliare Novoli spa, San Donato srl, l’università degli studi di Firenze, ed altre società. Le spese si prospettano altissime, perché in qualità di proprietari di immobili sono dunque comproprietari dei beni comuni dell’area. I residenti, quando hanno firmato il rogito, hanno accettato anche di entrare a far parte di questo consorzio "sulla base di una clausola generica che non specificava le relative obbligazioni contratte, che negli anni ha visto snaturare la sua conformazione originaria, fino a diventare un parco commerciale", dichiarano i proprietari.
In questi anni, però, il consorzio non è mai entrato in funzione perché Immobiliare Novoli spa, in accordo con il Comune, si è assunta gli oneri di manutenzione e gestione delle parti comuni. Questo fino al completamento della edificazione dell’area. A opere concluse, nell’ottobre del 2023 è stata convocata per la prima volta l’assemblea del consorzio, con l’obiettivo di passare la gestione da Immobiliare Novoli al consorzio San Donato Est, mozione alla quale i piccoli proprietari si sono opposti.
Rispetto alle previsioni originarie, infatti, il quartiere è diventato a massiva fruizione pubblica. "Basti pensare - dice l’avvocato Francesco Fameli, rappresentate del comitato San Donato Firenze -, che solo l’università conta 15mila passaggi tra studenti ed operatori ogni giorno. La proprietà privata di queste piazze e strade equivale al nulla, non si può pretendere che questi cittadini paghino di tasca propria per la manutenzione o l’illuminazione. Sono oneri che devono essere assunti dal Comune".
Inoltre, all’interno del consorzio si vota solo per quote millesimali e non anche per teste, "in questo modo chi ha più proprietà comanda - prosegue Fameli -. Così i piccoli proprietari oltre a vedere i propri beni utilizzati da tutti, fanno parte di una struttura giuridica dove non contano nulla". Ad oggi il nuovo amministratore del consorzio è “Abitare servizi srl”. I soci riuniti nel comitato, con una causa pilota, hanno già fatto causa al consorzio e a Immobiliare Novoli per bloccare i lavori del consorzio e provocarne l’estinzione. "Questo con l’obiettivo di passare da un consorzio ad un supercondominio, che per legge delibera per quote e per teste. Con il fine ultimo di far passare al Comune la gestione di questa area".
Quest’ultimo, ad aprile scorso, aveva manifestato la volontà di assumere una quota di partecipazione del consorzio e delle spese necessarie alla manutenzione e gestione dell’area, ma ora sembrerebbe aver fatto un passo indietro. "Il Comune - dichiara l’avvocato - sostiene che i beni non sarebbero acquisibili dal patrimonio comunale perché difetterebbero dei relativi requisiti. Ma se non riconoscerà i propri obbligi saremo pronti a rivolgerci al giudice". "La situazione è conosciuta e attenzionata, ma molto complessa", rispondono da Palazzo Vecchio.