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San Paolino, i residenti al vescovo: "Qui un centro civico per il quartiere. Evitiamo l’ennesima speculazione"

L’appello di ’Cittadini attivi’ a don Gambelli e alla sindaca in una lettera che sarà inviata in questi giorni "C’è un progetto di una fondazione Usa per rinnovare gli spazi e metterli a disposizione del rione" .

Uno scorcio del convento di San Paolino

Uno scorcio del convento di San Paolino

La fragilità di un rione si misura anche dall’apprensione dei suoi abitanti. Così in via Palazzuolo, graffiata ogni giorno da microcriminalità e disperazione, i ’Cittadini Attivi di Firenze’ si muovono preventivamente in difesa del presidio del convento di San Paolino la cui "eventuale perdita inciderebbe ulteriormente in senso negativo in un’area con riconosciuti e gravi segni di degrado, con due buchi neri, il Fulgor in via Finiguerra e l’ospedale San Giovanni di Dio in Borgo Ognissanti".

Le paure dei residenti sono elencate in una missiva che sta per essere spedita all’arcivescovo don Gherardo Gambelli, alla sindaca Sara Funaro e a tutta la giunta e all’ordine dei Carmelitani. "Il convento “recuperato” – che il Priore Padre Antonino, definì felicemente ’un presidio di fede, di cultura e legalità’ – purtroppo ha visto azzerarsi il numero di frati" – premettono i firmatari della lettera appello – specificando poi che "esiste un progetto interessante per far rinascere il convento" e che "potrebbe salvare questo spazio dal doppio rischio, o di abbandono e degrado, o di speculazione immobiliare".

"La Pneuma Art Foundation, con sede a Miami, ha lanciato una proposta che spezza la logica della svendita. – si spiega nella lettera – Una proposta fondata, tra le altre cose, sulla "salvaguardia della vocazione del convento come luogo di spiritualità", la "creazione di spazi che permetterebbero ad artisti di scuola “antica, rinascimentale e barocca” di lavorare, nella tradizione delle botteghe storiche" e la nascita di un "centro civico aperto al rione con tutte le sue difficoltà e speranze".

I ’Cittadini attivi’ nel rivolgere un appello alle istituzioni, e "in primo luogo ai Carmelitani" affinché venga accolta "la proposta della Fondazione Pneuma, che potrebbe diventare un modello per la salvaguardia dei beni ecclesiastici di tutta Italia", fanno riferimento a situazioni analoghe in città quali "Costa San Giorgio, il convitto della Calza, o gli spazi annessi alla chiesa di Santo Spirito" dove "è da segnalare in positivo la resistenza di padre Pagano e degli Agostiniani per contrastare l’operazione speculativa in corso perché il Monastero possa “continuare la propria missione educativa, svolta fin dagli inizi del XIV secolo…”. Spiega Miguel Martinez, tra i più attivi per le battaglie nella zona: "San Paolino è l’ultimo presidio nato dai valori della gente che voleva un luogo di socialità e di assistenza".

Sul fronte politico la capogruppo di Firenze Democratica Cecilia Del Re sposa la battaglia dei residenti. "Nell’area di via Palazzuolo-Borgognissanti, ci sono ancora in gioco il destino di beni pubblici importantissimi: dall’ex ospedale di Borgo Ognissanti (alla cui vendita continuiamo ad opporci) agli spazi della Caserma di Santa Maria Novella (basta nuovi musei in centro e foresterie), fino al Convento di San Paolino, per il quale sosteniamo l’appello del comitato di cittadini attivi. L’approccio che occorre adottare per risollevare quel quartiere passa, infatti, dalla risposta della socialità, intesa come presa in carico delle storie di marginalità che sono aumentate ovunque negli ultimi anni, ma anche come valorizzazione delle potenzialità che quelle vie hanno. E il potenziale di queste strade è grande: occorre solo saperlo vedere e abilitare, per renderla una zona attrattiva, vissuta e quindi più sicura. Fantasia e biodiversità sono gli strumenti per rigenerare questi grandi beni pubblici".

Emanuele Baldi