rMASSA CARRARA
Forse è la volta buona per i lavoratori del gruppo Sanac che a Massa ha lo stabilimento più grande. Insieme al decreto Ilva, ieri in discussione alla Camera dopo il passaggio già fatto in Senato, è arrivato l’impegno ufficiale del Governo a salvaguardare il futuro di Sanac e far ripartire gli ordini dallo stabilimento di Acciaierie d’Italia a Taranto. Il Decreto Ilva prevede l’ammissione immediata alla procedura di amministrazione straordinaria su istanza dei soci con almeno il 30% del capitale per le imprese di interesse strategico nazionale con almeno 500 dipendenti e debiti per 300 milioni o più, e la possibilità per il Ministero dell’economia di erogare finanziamenti della durata massima di cinque anni, a tassi di mercato, per un massimo di 320 milioni di euro per il 2024.
Un decreto che amplia le possibilità per le imprese dell’indotto di usufruire del Fondo di garanzia anche in mancanza di valutazioni creditizie particolarmente favorevoli. Nello stesso decreto, in Senato, con un emendamento del Governo era confluito già il disegno di legge sull’indotto di Acciaierie per sostenere la filiera dell’acciaio. E l’impegno si è rafforzato ieri alla Camera quando il Governo ha dato parere favorevole a un ordine del giorno dei deputati di Fratelli d’Italia, Alessandro Amorese e Salvatore Deidda, che lo impegna "a porre in essere ogni azione utile, compatibilmente con i vincoli di bilancio, al fine di assicurare la ripresa degli ordini da parte di Acciaierie d’Italia nei confronti di Sanac, a tutelare il mantenimento dei livelli occupazionali in tutte le fasi di valutazione della proposta del gruppo Beltrame" e anche a "a porre in essere ogni azione utile, anche in forza delle linee indicate da questo decreto, per assicurare il pieno rilancio dell’attività produttiva nello stabilimento di Taranto e una ripresa degli ordini commerciali a favore delle imprese dell’indotto, compresa la società Sanac".
Duplice dunque l’impegno: a far ripartire gli ordini da Taranto diretti ai quattro stabilimenti Sanac in Italia, portare avanti una trattativa con il solido gruppo Beltrame interessato all’acquisizione a patto che venga preservata l’occupazione che la crisi ha fatto scendere sotto le 300 unità. Una netta inversione di tendenza, almeno nelle intenzioni, rispetto all’esperienza societaria fra Invitalia e Arcelor Mittal, con quest’ultima ora esclusa da Acciaierie. Un altro segnale positivo che arriva dopo il commissariamento di Acciaierie e la scelta del Governo di nominare gli stessi commissari sia per AdI sia per Sanac.