Firenze, 20 ottobre 2021 - Preoccupa il ripetersi in città di episodi di violenza da parte di giovani e giovanissimi. Ne parliamo con Antonio Sangermano, dal 2017 procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Firenze. Procuratore Sangermano, si ripetono episodi di violenza soprattutto nella fascia d’età 14-22 anni. Si rischia una generazione da gioventù bruciata? "I casi di aggressività e di violenza fra i giovanissimi sono in aumento. Non voglio parlare di casi specifici, è chiaro, però in base alla mia esperienza registro il diffondersi fra i ragazzi della forza come valore primario dell’esistenza e misura di tutte le cose, come metro per giudicare il mondo. L’idea della violenza per imporsi, della ricchezza per escludere chi non ha i mezzi; un attacco alla povertà insomma, a chi non ha i mezzi per dotarsi delle effigi della moda. E’ un attacco alla marginalità. Poi anche l’idea della bellezza intendo dire come gradevolezza estetica, ma usata per deridere e vessare gli altri. Queste attitudini e caratteristiche emergono in tanti, se non proprio in tutti i processi". Pensavamo più a una crisi generazionale da pandemia. "Infatti, io la chiamo generazione Covid. Ci sono degli effetti, inutile negarlo. Bisogna soppesarli. Anche tra i giovanissimi la crisi, le limitazioni per la pandemia, il green pass, esasperano". Ma arrivare ad aggredire i poliziotti. "Le forze dell’ordine sono viste come portatrici di queste limitazioni vissute come ingiuste. E invece il green pass, lo affermo e ribadisco a chiare note, è strumento di libertà". La rete ha le sue responsabilità? "Certa, si. E’ una sorta di prateria dove chi tende a volersi imporre con la forza, compe scorribande. Attenzione alla rete. Girano nella rete casi di videopornografia, di pedofilia, bestgore (chat di notizie, foto e video di vita reale altamente violente, con opinioni di autori e commenti degli utenti, ndc) fino alla esaltazione di islamismo, antisemitismo, di transfobia e omofobia". Non penso che i giovani fra i 13 e i 17 anni siano attratti dalla pedofilia quanto dal senso del proibito, del raccapricciante e dell’orrore". C’è da restare basiti, esterreffatti. "Io la definisco fascistizzazione della rete. La mia analisi mi porta a dire che c’è una apologia della forza. Della violenza sessuale, anche in contesti ludici. L’idea della preda che, concesso un bacio, debba concedere tutto. Che è stata la vittima a mettersi in una situazione di pericolo". E si arriva ai processi. "L’opposto della forza è la vulnerabilità. In quelle occasioni io vedo ragazzi smarriti. Inconsapevoli. Ma è una colpa. E il diritto penale minorile non deve essere particolarmente tenero, a mio modo di vedere". Anche da qui la crescita generalizzata delle segnalazioni. "Sì, c’è stato un aumento delle denunce, soprattutto da parte delle madri, di episodi da considerare anche come conseguenza della pandemia". La forma più frequente di dimostrazione della forza è la violenza. "L’aggressione fisica, le botte, che spesso sono forme di narcisismo. Il violento e prepotente vuole affermare una specie di egemonia. Le rapine, la pretesa di 5 euro o di un pacchetto di sigarette. Non è tanto la dimensione predatoria, quanto la volontà di imporsi sull’altro".
Cronaca"La forza come un valore La violenza per imporsi"