Terremoto Sangiuliano. Eike, incognita futuro. Al Maggio nodo debito e rebus uscita Uffizi

L’ex direttore delle Gallerie, dove i piani vanno avanti senza intoppi e l’unico dubbio è legato al progetto al posto della pensilina Isozaki, sulla carta resta senza sponsor nella corsa a un nuovo ruolo di peso

Firenze, 8 settembre 2024 – Formalmente gli ’addetti ai lavori’ della Grande Bellezza fiorentina negano di aver avvertito anche in riva all’Arno il terremoto politico romano – epicentro ministero della cultura – che ha fatto registrare la scossa maggiore nel pomeriggio di venerdì con le dimissioni irrevocabili di Gennaro Sangiuliano e la nuova nomina lampo di Alessandro Giuli.

Eppure, al netto della tranquillità ostentata, qualche valutazione sottovoce sugli effetti dell’avvicendamento nella squadra di governo, in città la si fa.

Al Maggio, per esempio – dove ieri, smaltite le scorie degli ultimi mesi, è iniziata con rinnovata fiducia la stagione autunnale – sulla carta si fa sapere che “niente era rimasto appeso a Sangiuliano”, che l’ex ministro “non era atteso a breve a Firenze” e che invece ora si aspetta il nuovo, in aprile, per la stagione clou dell’ente lirico. Magari anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Secondo qualcuno l’unica incognita potrebbero essere i 24 milioni di euro di debito che il Maggio del nuovo sovrintendente Carlo Fuortes ha con lo Stato e la cui restituzione nel tempo sarebbe stata calendarizzata con Sangiuliano. Il neoministro Giuli potrebbe avere da ridire sulla tempistica che sarebbe stata già concordata? Al momento non è dato sapere ma certo resta un capitolo aperto.

Così come lo è forse la questione Uffizi sul fronte Isozaki. Dopo lo stop definitivo al progetto dell’architetto giapponese deve essere ancora concordato e chiuso il capitolo relativo all’uscita del museo. Niente penisilina, ma allora cosa ci facciamo? Sulla questione resta l’interrogativo di penali da pagare o meno da parte dello Stato.

Per il resto nelle Gallerie – dove Sangiuliano era sato di recente (ma non accompagnato da Maria Rosa Boccia, miccia che ha innescato la parabola dell’ex ministro) – nessuno scossone con i progetti per il riallestimento delle sale annunciato dal direttore Verde che procedono senza intoppi. Nulla cambia neanche per l’agognato addio alla brutta gru.

Semmai gli interrogativi maggiori riguardano il predecessore di Verde, Eike Schmidt, ora direttore a tempo pieno del museo di Capodimonte a Napoli dopo la parentesi politica con la candidatura per il centrodestra alle comunali di Firenze. Non è un mistero che Napoli non sia mai stata in cima ai desideri di Schmidt che al momento fa di fatto di necessità virtù.

Così come non è un mistero che, dopo le iniziali tensioni, i rapporti tra lo stesso e Sangiuliano fossero ottimi tanto che per molti l’ex ministro sarebbe stato il primo sponsor del direttore non tanto nella corsa al tandem musela Accademia-Bargello che ha fin da subito ingolosito Schmidt quanto, una volta terminata la sua esperienza a Capodimonte, per un ruolo di punta al Ministero.