’Sangue di famiglia. Edda Ciano Mussolini’, il libro di Maurizio Sessa

Maurizio Sessa racconta l'ultima tragedia del ventennio fascista: l'esecuzione di Galeazzo Ciano, figlio di Costanzo Ciano, avvenuta a Verona nel 1944. Il libro "Sangue di famiglia" vincitore del Premio Firenze 'Mario Conti' e finalista al premio Fiuggi Storia, ripercorre gli ultimi istanti di Galeazzo.

’Sangue di famiglia. Edda Ciano Mussolini’, il libro di Maurizio Sessa

’Sangue di famiglia. Edda Ciano Mussolini’, il libro di Maurizio Sessa

Ottant’anni fa, l’11 gennaio 1944, si consumava la più incredibile tragedia dell’ultimo atto del ventennio fascista. A Verona, con altri quattro gerarchi, veniva fucilato Galeazzo Ciano, ex ministro degli esteri di Mussolini. Da quel giorno, ammise il Duce: "Sono incominciato a morire". Una storia che il giornalista e scrittore Maurizio Sessa ha ripercorso nel suo ultimo libro ’Sangue di famiglia. Edda Ciano Mussolini: amore, odio e perdono’ (Edizioni Medicea Firenze), vincitore per la saggistica della quarantesima edizione del Premio Firenze ’Mario Conti’ indetto dal Centro Culturale Firenze-Europa, e finalista al premio Fiuggi Storia. Galeazzo Ciano era figlio del livornese Costanzo Ciano, il dominus di Livorno. Nella primavera del 1930, Galeazzo aveva sposato Edda, la primogenita, figlia prediletta del dittatore, e nell’ultima seduta del Gran Consiglio del fascismo, tra il 24 e il 25 luglio 1943, era stato tra i firmatari dell’ordine del giorno di Dino Grandi che aveva segnato la fine di Mussolini. Scappato in Germania con Edda e i loro tre figli, Galeazzo era stato rimpatriato dai nazisti su richiesta delle autorità della Repubblica sociale italiana. Processato, dopo soli tre giorni di dibattimento venne condannato a morte senza che il suocero, Benito Mussolini, potesse o volesse firmare le domande di grazia. Sessa così racconta gli ultimi istanti di Galeazzo Ciano: "Un attimo prima che partisse la prima scarica, al ’puntate’ Ciano si voltò verso i suoi carnefici. Un’immagine che ha fatto storia. Guardò in faccia la morte senza insolenza. Cercava di scorgere Edda con i tre bambini? Era l’ultimo gesto di sfida oppure un atto di cristiana accettazione? Forse, Galeazzo volle semplicemente vedere cosa stesse succedendo. La vita è bella pure se sta per finire. Galeazzo si girò per salutare la vita che svaniva, che lo salutava negli occhi dei suoi carnefici". Furono necessari altri due, forse tre, colpi di grazia alla tempia per finirlo.

Maurizio Costanzo