
Sanità, il ponte che unisce Africa e Italia I medici Cuamm si raccontano a Firenze
Sono il volto dell’Italia migliore i medici, gli specializzandi e i volontari che decidono di lasciare casa, affetti e la propria città, per fare le valigie e andare dove c’è più bisogno: in Africa, al fianco degli ultimi. Ne ha fatta di strada Medici con l’Africa Cuamm, l’ong nata nel 1950 a Padova, che ha dimostrato di avere una forza straordinaria nel coinvolgere tanti giovani. Sempre con l’obiettivo di fare cooperazione sanitaria in un’ottica di sviluppo in Africa, oggi opera in otto Paesi a sud del Sahara. Per "imparare dall’Africa ad essere “buoni medici” anche in Italia", dal 2002 è nato Junior Project Officer, un progetto unico in Italia che si rivolge agli specializzandi di medicina. E proprio di questo progetto si è parlato nell’incontro ‘Quello che non si vedeL’esperienza dei Junior Project officer’, andato in scena il 4 maggio, alle ore 21, all’Innovation Center di Fondazione CRF in Lungarno Soderini 21. Dopo i saluti di Gabriele Gori, direttore generale Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, e la proiezione di un breve video che racconta Medici con l’Africa Cuamm, sono interventi Don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm, e due specializzandi chehanno raccontato la loro esperienza riguardo al progetto Jpo: Milo Giani e Martina Cecchetti, due specializzandi dell’Università di Firenze. Il dibattito è stato moderato da Erika Pontini, capocronista della Nazione. Grazie a protocolli d’intesa con 34 principali università italiane, il progetto consente agli specializzandi di svolgere fino a un anno di specializzazione in Africa per approfondire le competenze e le abilità teorico-pratiche legate alla propria specializzazione (nello specifico in chirurgia, ginecologia e ostetricia, igiene e sanità pubblica, malattie infettive, medicina tropicale, medicina interna e pediatria), anche in vista di un eventuale impiego futuro nell’ambito della cooperazione sanitaria internazionale. Gli specializzandi che lo desiderano possono trascorrere così un periodo di 6 – 12 mesi, parte integrante del percorso di studi, in un ospedale africano, accompagnati da un tutor. La Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, dal 2019, sostiene questo progetto pagando le spese per 5 Jpo dell’Università e ha rinnovato l’impegno per altri 5 giovani specializzandi. Mentre per sensibilizzare sui bisogni dell’Africa e per promuovere una visione positiva del continente, Cuamm conta su una rete di 4.590 volontari e sostenitori in Italia, che animano 39 gruppi di appoggio, in 15 regioni diverse.