
La firma dell’accordo tra le Asl, alla presenza di Giani (Germogli)
Sanità più semplice per i cittadini del Valdarno che abitano in una zona vasta e lontana per la gran parte da ospedali e centri di cura sanitaria. Intervengono adesso le due Asl che si dividono la competenza del territorio. Attraverso un protocollo firmato all’ospedale di Bagno a Ripoli dai rispettivi direttori, le Asl Toscana Centro e Toscana Sud Est agevolano la vita a chi vive nelle zone di confine, cittadini di ambiti territoriali diversi che però, per distanze e collegamenti, sono abituati a rivolgersi a strutture sanitarie dell’Asl confinante perché più comodo. Dal 2017 è già possibile per un cittadino di Figline e Incisa, per esempio, decidere in caso di bisogno se rivolgersi a Ponte a Niccheri, in territorio provinciale fiorentino, oppure all’ospedale della Gruccia, nel comune di Montevarchi e dunque sforare in provincia di Arezzo. Ma ora le procedure vengono ulteriormente snellite in nome della sburocratizzazione e della prossimità.
L’accordo siglato riguarda la rete dell’emergenza-urgenza, l’accesso al pronto soccorso, la degenza ordinaria e in day-hospital, ma anche le prestazioni specialistiche e diagnostiche, la dialisi, i percorsi di cure palliative, gli hospice e gli ospedali di comunità, i percorsi di riabilitazione ospedaliera e territoriale, le cure intermedie, la presa in carico di alcune patologie croniche, la distribuzione diretta di farmaci e presidi, l’organizzazione di percorsi post-dimissione da una provincia e una Asl all’altra. I Comuni complessivamente coinvolti dall’accordo sono ventisei di cui 7 nel Valdarno aretino, quattro nella Valdelsa, quindici nell’area empolese e fiorentina.
Dal Serristori di Figline alla Gruccia di Montevarchi, dal Campostaggia di Poggibonsi a Ponte a Niccheri di Bagno a Ripoli, sarà più semplice scegliere il luogo dove curarsi in base anche alle proprie necessità familiari e di spostamento. "I confini – ha detto il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani presente alla firma alla firma dell’accordo – sono un segno amministrativo, ma in alcuni ambiti ha senso superarli per andare incontro alle esigenze di salute dei cittadini nei luoghi più vicini alle loro abitazioni".
Questo accordo, auspica, "potrà essere il modello per intese anche interregionali che possano andare nella stessa direzione per i cittadini dei territori di confine con l’Umbria o l’Emilia Romagna, per esempio".