di Lisa Ciardi
Ecografie, spirometrie, esami del sangue con Poct (prelievo capillare), elettrocardiogrammi, holter pressori e cardiaci. Sono alcuni degli accertamenti che, in futuro, si dovrebbero poter fare a Firenze e nel resto della Toscana, direttamente dal proprio dottore di famiglia. In questa direzione, almeno, va il progetto elaborato dai medici di medicina generale e ora in fase di sviluppo in sinergia con la Regione, anche grazie a 2 milioni di euro destinati alla lotta alle liste d’attesa.
"L’idea è partita durante il nostro congresso regionale - spiega Niccolò Biancalani, segretario regionale della Fimmg, la Federazione dei medici di medicina generale – partendo dalla consapevolezza di un finanziamento del Governo. L’idea è piaciuta alla Regione e l’abbiamo sviluppata. Ora la stiamo affinando con due obbiettivi: abbattere le liste di attesa, ma anche dimostrare che la medicina generale ha competenze importanti e può fare bene diagnostica di primo livello".
Secondo una prima ipotesi, le Aft (Aggregazioni funzionali territoriali), che raggruppano più medici di famiglia, potranno dotarsi di macchinari diagnostici a disposizione di tutto il gruppo. "Sarà anche un modo per mettere in rete professionalità e specializzazioni – prosegue Biancalani – permettendo ai pazienti di avere risposte rapide".
Ma non c’è il rischio di un eccesso di prescrizione? "Verranno definite in modo preciso le linee guide – spiega ancora il segretario toscano della Fimmg – e i medici verranno retribuiti in base ai pazienti presi in carico e alle loro patologie, senza un legame con analisi ed esami fatti. Al contrario, questo metodo potrebbe migliorare l’appropriatezza, evitando di ingolfare il sistema. È anche chiaro che le risposte non potranno essere uguali in tutta la Toscana: servirà una mappatura per adeguare la proposta al tipo di popolazione, ma anche per non lasciare sguarnite le zone meno centrali".
Ma qual è la situazione di Firenze? "Ci sono già molti ambulatori ben strutturati, con personale medico e infermieristico – spiega il segretario provinciale Fimmg, Alessandro Bonci – in grado di cogliere al meglio questa novità. Chiaramente la diagnostica sarebbe solo mirata a supportare l’attività clinica, vista anche l’importanza che alcuni accertamenti hanno ormai assunto".
E anche i pediatri di famiglia sostengono l’iniziativa. "È un passaggio importante – dichiara Valdo Flori, presidente della Fimp Toscana, la Federazione italiana medici pediatri – perché la strumentazione in ambulatorio permette di risolvere diverse situazioni. Chiaramente servono regole, ma il meccanismo si può inserire perfettamente sia nelle Case della salute che nei gruppi più strutturati. Già oggi i pediatri effettuano l’emocromo, il tampone per lo streptococco, le analisi per la Prc o le spirometrie. Si tratta dunque di fare un altro passo avanti, che possa dare risposte al paziente in loco, evitando accessi impropri in ospedale".