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Il sottopassaggio della stazione Santa Maria Novella (Foto NewPressPhoto)
Firenze, 1 luglio 2017 - Infilare la galleria commerciale che scorre nella pancia di Santa Maria Novella vuol dire sbattere il muso su un bivio spazio-temporale. Da un lato il mini Eden dello shopping inaugurato nel 2013 da Grandi Stazioni: 9mila metri quadrati di vetrine e bar nuovi di zecca, in pratica quattro metri sotto la biglietteria della stazione. Con tanto di pianoforte e sgabello per assecondate i raptus artistici dei viaggiatori. Dall’altro il «vecchio» tunnel di negozi tirato su alla fine degli anni ‘70, dove negli ultimi tre decenni si sono fatti il nido decine di negozi storici. Che oggi si ritrovano gomito a gomito con mendicanti, miasmi da cloaca e occhi di brace, sempre gli stessi, che ciondolano per la galleria otto ore al giorno a caccia di spiccioli. Ma anche ladri seriali.
Come il 21enne del Gambia che per 5 mesi ha usato come bancomat i negozi della galleria fino all’arresto della Polfer arrivato a dicembre. Oppure come nel caso della 45enne che due settimane fa si è vista sfilare il portafoglio dalla borsa proprio all’uscita del sottopassaggio. Il benvenuto ai viaggiatori arriva all’ingresso principale, quello di fronte alla fermata della tramvia. Qui il capanello di professionisti dell’accattonaggio spinto è quasi un piantone fisso.
Sono loro che passano ai raggi X i turisti che infilano la galleria commerciale, cercando di pescare quelli più vulnerabili o più sommersi di bagagli. Poi inizia il tampinamento silenzioso per tutta la lunghezza del sottopassaggio. A fare il resto ci pensa la calca e la mano lesta dei ladruncoli che intorno a quelle vetrine si sono costruiti un piccolo business. Approfittando degli angoli bui delle telecamere di sorveglianza del tunnel che coprono in maniera meno netta i primi metri vicino agli ingressi di piazza dell’Unità e via Panzani.
Quelli dove colpire la preda. La precisazione è d’obbligo: l’ondata di reati predatori, rispetto al periodo buio del 2013, qui, è praticamente dimezzata. Ma i problemi restano. A spingere nel vecchio tunnel commerciale i malviventi è stata anche la blindatura elettronica del parcheggione sotterraneo di Santa Maria Novella. Dove gli occhi elettronici fanno il loro dovere e il quartier generale degli accattoni che dormivano nel cantiere del nuovo parcheggio bici, è stato smantellato.
Il risultato: i «problemi» sono schizzati in superficie, indossano blue jeans e abiti occidentali e, come camaleonti, si camuffano perfettamente nello sciame di teste che ogni giorno infilano il tunnel commerciale. Occhio.