FIRENZE
Cronaca

Santa Maria Nuova, che strazio. Posteggi caos, ambulanze bloccate: "Così ci rimette anche la salute"

Parcheggiare davanti all’ospedale è impossibile: persone con disabilità e soccorsi in difficoltà. E tra i volontari c’è chi si improvvisa vigile: "Qui labirinto quotidiano, serve una soluzione".

Parcheggiare davanti all’ospedale è impossibile: persone con disabilità e soccorsi in difficoltà. E tra i volontari c’è chi si improvvisa vigile: "Qui labirinto quotidiano, serve una soluzione".

Parcheggiare davanti all’ospedale è impossibile: persone con disabilità e soccorsi in difficoltà. E tra i volontari c’è chi si improvvisa vigile: "Qui labirinto quotidiano, serve una soluzione".

di Gabriele Manfrin

Ambulanze senza spazio, pazienti senza alternative. All’ospedale di Santa Maria Nuova, incastrato nel cuore del centro, anche solo trovare un parcheggio si può trasformare in una sfida. Già perché tra spazio ridotto, pochi posti auto riservati ai disabili e stalli per i mezzi di soccorso occupati dalle macchine, anche una semplice visita è in grado di proiettare in un girone dantesco. Dove il bisogno di cure si scontra con la mancanza di superficie e il traffico diventa un nemico anche per chi dovrebbe avere la priorità assoluta: ambulanze, disabili, pazienti in difficoltà.

È una mattina di inizio settimana come tante, già dalle 9 il parcheggio è in fermento. Basta poco per accorgersi che la decina di posti riservata alle persone con disabilità è insufficiente. I parcheggi ‘gialli’ sono occupati per ore dalle stesse auto, lasciando chi arriva per visite o terapie a vagare in cerca di un’alternativa. Un’alternativa che, semplicemente, non c’è. Di auto con il pass esposto ne entrano a decine. C’è chi si mette in doppia fila, chi si fa scaricare davanti al presidio da un parente, chi dopo un paio di giri ci rinuncia. Nel frattempo, anche gli altri automobilisti – tra chi accompagna un parente e chi deve sottoporsi a esami – cercano un angolo dove lasciare il mezzo. Il risultato è un tappo continuo: macchine lasciate dove capita e spazi di manovra ridotti al minimo.

Ogni pertugio diventa terra di conquista, alimentando un disordine che non solo crea disagio, ma interferisce con il lavoro di chi deve salvare vite. E infatti anche le ambulanze sono in difficoltà. L’immagine simbolo del caos la offre un autista che, anziché concentrarsi sul trasporto di un paziente, è costretto a improvvisarsi vigile per sbrogliare l’ingorgo. Aiuta una signora a fare manovra, dice a un taxi di aspettare, poi si affaccia su via di Sant’Egidio e ferma il traffico per far uscire un’altra ambulanza. Ma non è un episodio isolato. In molte occasioni, i mezzi di emergenza non trovano posto nelle aree loro riservate perchè occupate da auto normali.

Nel corso della mattinata gli stalli dedicati vengono invasi prima da una ditta di spedizioni, poi da un furgoncino per le riparazioni elettriche e infine dalle macchine. E così i volontari parcheggiano in modo precario restando a presidiare il mezzo per evitare che ostacoli il passaggio. "Se non ci fosse uno di noi a controllare, rischieremmo di bloccare tutto – è rassegnato l’operatore della Croce Azzurra– Non possiamo permetterci ritardi: ogni minuto perso è un rischio". Ma chi frequenta Santa Maria Nuova sa che il caos del parcheggio non è l’eccezione ma una costante, una barriera invisibile che rende difficile l’accesso alle cure.

Gli interventi della Municipale, come raccontano i volontari della Misericordia, non mancano. Come nemmeno le multe. Ma i controlli seguendo le parole dei frequentatori, da soli non bastano. Tra le proposte per migliorare la situazione, c’è suggerisce una regolamentazione più rigida e un potenziamento delle aree di sosta nelle vicinanze. Ma per ora, la realtà resta fatta di attese, clacson, manovre impossibili e autisti esasperati. L’unico ordine sembra quello imposto dal buonsenso dei singoli. Come l’autista dell’ambulanza che diventa vigile, in volontario che resta a sorvegliare il mezzo di soccorso, il paziente che preferisce arrivare tardi alla visita invece che parcheggiare in modo selvaggio.