ROSSELLA CONTE
Cronaca

Sant’Apollonia occupata: "Rendeteci questo spazio"

Un gruppo di studenti e sostenitori chiede che venga riaperto il chiostro dove ci sono palestra popolare e orto sociale. "La chiusura non è utile ai lavori".

Sant’Apollonia è anche sede della mensa che dal 25 agosto è in restauro

Sant’Apollonia è anche sede della mensa che dal 25 agosto è in restauro

Vogliono che il chiostro di Sant’Apollonia venga restituito ai residenti e agli studenti del quartiere con la sua palestra popolare e il suo orto sociale e con tutte le sue attività culturali. Studenti ed ex studenti della ’Polveriera spazio comune’, dal 25 agosto, in contemporanea all’inizio dei lavori per la mensa, hanno occupato.

"Insieme alle cucine sarebbe stato chiuso anche l’intero plesso, compreso il chiostro e la Polveriera, se non avessimo presidiato lo spazio. I lavori interni stanno creando diversi disagi: dagli spostamenti a cui sono costrette le persone che usufruiscono della mensa, che sono state dirottate a quella di Montedomini, agli abitanti che non possono godere dell’area, una delle poche del quartiere nonché uno spazio pubblico", sottolineano i ragazzi.

Sono circa una ventina quelli che stanno portando avanti il presidio permanente con tanto di tende mentre sono quasi un migliaio tutte le persone che gravitano attorno. Dal Dsu, che ha incontrato ieri mattina una delegazione, fanno sapere che l’intervento sarà ultimato il 7 settembre. Secondo il Dsu, la scelta di chiudere completamente l’accesso non solo consente alla ditta incaricata di operare con maggiore agilità ma riguarda anche la tutela dei potenziali fruitori. Ma il nodo cruciale della protesta è anche un altro: gli studenti temono che l’area venga chiusa del tutto con il pretesto dei lavori. Nelle intenzioni della Regione, proprio qui, dovrebbe traslocare la sede dell’Azienda del Diritto allo studio universitario.

"Il chiostro è anche il luogo di raduno e ritrovo in caso di emergenza, non può chiudere. Chiediamo che ritornino in vigore gli orari pre-covid (dalle 9 di mattina alle 23), per permettere l’accesso durante tutta la giornata, anche fuori dall’orario pasti".

I ragazzi hanno fatto di più: "Abbiamo approfondito la storia e tradotto le scritte sui muri del plesso. Quest’ultime sono protette dalla sovrintendenza dei beni artistici e culturali in quanto lascito e traccia del passaggio di tanti gruppi, movimenti studenteschi e universitari, dei collettivi dei licei del quartiere, dei collettivi degli studenti-rifugiati greci, che occupavano il plesso, di quelli cileni e spagnoli in fuga dalle rispettive dittature". Poi il gruppo di studenti conclude: "Non andremo via e non ci fermeremo fino quando il Dsu e la Regione avranno risposto alle nostre domande sul futuro del plesso e non avranno preso un impegno serio per un confronto proficuo".