Duccio
Moschella
Firenze, città con uno stuolo di Santi e Beati in lista d’attesa. Con la fase diocesana del processo canonico che si apre oggi pomeriggio alla Santissima Annunziata per esaminare la
’vita, le virtù eroiche e la fama di santità e di segni del Servo di Dio don Divo Barsotti’, fondatore della Comunità dei Figli di Dio, l’elenco di candidati alla gloria degli altari dalla chiesa fiorentina sale a dieci, salvo dimenticanze a proposito delle cause giacenti in Vaticano da più lustri. E’ un segno particolare, che può essere di esempio universale se non per la fede, quantomeno per le opere di carità e di servizio per il prossimo, in momenti difficili per la pandemia, il lavoro che non c’è o quello che non c’è più per i capricci di una multinazionale. Don Divo è l’ultima figura luminosa in ordine di tempo che sale il primo gradino di una scala dalla lunghezza imprecisata, ma che ha come punto d’arrivo la santità, al Papa e a Dio piacendo.
Prima di lui, hanno fatto progressi considerevoli il Sindaco Santo, Giorgio La Pira, già dichiarato Venerabile, come il cardinale Elia dalla Costa, l’arcivescovo che snobbò Hitler e salvò migliaia di ebrei dalla Shoah, e don Giulio Facibeni, il Padre di tutti i bambini di un tempo e di oggi cresciuti dalla Madonnina del Grappa. E non dimentichiamoci di don Olinto Fedi, fondatore a San Piero a Ponti della congregazione delle Francescane dell’Immacolata, di Carolina Bellandi, conosciuta come ’Mamma Carolina’ che ha creato dal nulla l’Opera Prime Comunioni, madre Eleonora Giorgi, della congregazione delle Serve di Maria Santissima Addolorata; Maria Maddalena Frescobaldi Capponi, fondatrice delle suore Passioniste di Signa, di Maria Cristina Ogier, uccisa da un tumore a 19 anni, ma capace di opere significative tanto che i missionari francescani hanno solcato per anni il Rio delle Amazzoni con un battello-ospedale che porta il suo nome. E come non accennare a madre Agnese Tribbioli? Aprì la casa delle Pie Operaie di San Giuseppe in via dei Serragli agli ebrei perseguitati e la chiuse ai nazisti. Fede e coraggio in una donna sola.