STEFANO BROGIONI
Cronaca

Sassi dal ponte, allarme baby gang a Firenze

Nel popoloso rione dello Statuto, cerniera tra il centro storico imbellettato e un quartiere storicamente operaio come Rifredi, le baby...

Nel popoloso rione dello Statuto, cerniera tra il centro storico imbellettato e un quartiere storicamente operaio come Rifredi, le baby gang si divertono lanciando sassi da un ponte ferroviario, mettendo a rischio la loro incolumità, perché s’avventurano sui binari dove sfrecciano i treni, e quella degli altri.

Non è una leggenda alimentata dai social, questa dei sassi dal cavalcavia: perché nel pomeriggio del 30 gennaio, dopo che una pietra aveva lambito un bambino, qualcuno ha afferato per il cappuccio della felpa uno dei tre componenti di questa banda di monelli. Così, alla fine, all’ospedale è finito proprio il baby bullo. E dalla corsia del pronto soccorso del pediatrico Meyer, i carabinieri - avvertiti dai genitori che l’hanno accompagnato a farsi medicare per qualche ceffone - hanno avviato le indagini. In un senso e nell’altro: verso chi tira i sassi e verso chi, spazientito, ha pensato di farsi giustizia da solo.

Episodio che fotografa, da varie angolature, la realtà di una zona di Firenze che fa i conti quotidianamente con il declino delle nuove generazioni, sempre più social e sempre meno sociali, e pure con il degrado di certe piazze, dove le attività chiudono, a una certa ora c’è il deserto, ambiente ideale per chi ha idee malsane. Talvolta anche con un coltello in tasca.

I parroci erano stati i primi a cogliere i segnali di questo cambiamento tutto in negativo. Un anno e mezzo fa, avevano scritto anche una lettera che resta attualissima, in cui denunciavano rischi e pericoli di questo rione, ma mica solo di questo.

"Furti, risse, ubriachezza molesta, si susseguono, un generale senso di trascuratezza si manifesta nel decoro urbano ma ancor più negli atteggiamenti delle persone - si legge nella lettera -. Proprio i giovani sono i primi per i quali siamo preoccupati", dicevano e dicono i preti. "Tanti ragazzi sono vuoti e non si offre loro molto: purtroppo ci sono fragilità, ma questi atti non sono da giustificare", dice don Francesco Carensi, parroco di Sant’Antonio al Romito.

ste. bro.