Scarperia (Firenze), 15 settembre 2018 - Il piccolo Michele, un anno compiuto pochi giorni fa, il 3 settembre, è stato ucciso dal padre, Niccolò Patriarchi, 34 anni, mentre era stretto tra le braccia della mamma, Annalisa Landi, che ha fatto di tutto per sottrarre il figlio dalla furia omicida del babbo. Annalisa è fuggita sul terrazzo coi suoi piccoli per salvarli da un'ira cieca esplosa all'ora di cena in quel terratetto di via San Francesco a Sant'Agata, frazione del comune di Scarperia, in Mugello. Stretta alla mamma anche l'altra figlia della coppia, una bimba di 7 anni che per miracolo è sopravvissuta al massacro del padre solo perché la madre le ha fatto scudo col proprio corpo.
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Le urla disperate di Annalisa, la telefonata ai suoi genitori, l'arrivo dei familiari e dei carabinieri della compagnia di Borgo San Lorenzo hanno evitato che la strage potesse avere contorni ancora più drammatici. E' stata la nonna del piccolo Michele a chiamare i carabinieri gridando disperatamente “hanno ammazzato mio nipote, è stato suo padre”.
Il bambino è stato ucciso da più fendenti inferti con un coltellaccio da cucina. Il piccolino è morto praticamente sul colpo nonostante il personale medico del 118 abbia tentato qualsiasi manovra di rianimazione sul posto e la corsa disperata in ospedale. I militari una volta raggiunta la casa di via San Francesco si sono trovati davanti a una scena raccapricciante con il piccolo e la madre in un lago di sangue. La bambina sotto choc insieme ai nonni e allo zio.
Immobile, in stato catatonico, con la camicia ricoperta di sangue Niccolò Patriarchi che non ha proferito verbo e ha seguito, senza opporre resistenza i carabinieri che lo hanno condotto nella caserma di Borgo San Lorenzo per poi portarlo nel carcere di Sollicciano. Annalisa Landi invece è stata trasportata, con la bambina fortemente sotto choc, all'ospedale di Borgo San Lorenzo: la donna ha ferite da taglio agli arti e alla testa. Per lei è stato deciso il ricovero in rianimazione per garantirle un ambiente il più riservato possibile in quanto l'accesso in reparto è più limitato. La donna è sedata e per lei sono già stati attivati i supporti psicologici.
Intanto quel che è certo è che a Sant'Agata i litigi della coppia erano ben noti. Tra gli abitanti era risaputo che il rapporto fra i due alternava periodi tranquilli ad altri nei quali la conflittualità fra l'uomo e la donna raggiungeva livelli elevati a tal punto che, in qualche circostanza, si era reso persino necessario l'intervento dei carabinieri per calmare gli animi.
IL VIDEO
Niccolò Patriarchi
Un'immagine di Annalisa Landi