REDAZIONE FIRENZE

Dal delitto alla rapina: la notte di follia di Mor N'Diaye

Dopo aver sepolto il corpo è fuggito verso Bologna, poi ha avuto un incidente a Ferrara

I contorni di quanto accaduto nella notte tra domenica e lunedì emergono con il passare delle ore. Federico Perissi viene massacrato di botte e ucciso tra le dieci e la mezzanotte di domenica 13 aprile. Gli inquirenti stanno ancora cercando di capire cosa sia successo esattamente, ma le immagini sarebbero tutte quante impresse nella dash cam frontale dell'auto della vittima, che di mestiere faceva la guardia giurata.

Il 45enne fiorentino è in auto con Mor: i due litigano, si fermano, dopodichè si consuma il delitto. Dopo l’omicidio, N’Diaye fa perdere le proprie tracce per circa 6 ore. Un buco temporale nel quale, stando a quanto emerge, l’uomo avrebbe continuato a girare in auto, prima di riprendere l’A13. Alle 6.50 lo schianto. Il 41enne tampona un tir e perde il controllo della Yaris nel tratto di strada tra il casello di Ferrara sud e Ferrara nord.

Da lì la fuga a piedi, con addosso solo le mutande, per circa due chilometri e mezzo. N’Diaye raggiunge Ferrara. Entra in una piscina e ruba degli indumenti. Poi trova rifugio in una tenda del Decathlon, esposta nel parcheggio. Passano poche ore, verso le 9 di mattina tenta di rubare l’auto di una donna. Che chiama la polizia: gli agenti arrivano sul posto e lo arrestano. In questura qualcuno nota sangue al volto e sugli arti, viene così trasportato all’ospedale Sant’Anna dove arriva in stato di alterazione. “Mi sono schiantato”, dirà. Ma perché guidava quell’auto intestata a Federico Perissi? E soprattutto perché addosso ha quelle due carte di credito sempre intestate al vigilantes toscano? Il 41enne inizia a cedere, farnetica fino a parlare di un uomo ucciso a colpi di pietra e gettato da qualche parte nel Mugello.

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