"Oggi non solo celebriamo il compleanno di Raffaello Sanzio, non solo è una bellissima giornata di primavera, ma sciolgo la riserva: mi candido".
Alle 11.19 – quarto d’ora di ritardo accademico sforato ma d’altronde che la cifra dell’uomo fosse più latina che teutonica, anche solo nell’inclinazione alla frecciata sarcastica, lo si era ben inteso negli anni di governo agli Uffizi – Eike Schmidt si palesa in piazza Signoria e, in veste perfettamente civica (non c’è traccia dei big locali del centrodestra), annuncia di esser pronto alla sfida per la poltrona più imbottita di Palazzo Vecchio.
A due mesi e spiccioli dalle elezioni comunali di giugno (si vota l’8 e il 9 con eventuale ballottaggio il 24, festa di San Giovanni) si chiude così la telenovela sul candidato dell’opposizione iniziata prima di Natale, giusto in tempo per sedare sul nascere le tensioni tra Fratelli d’Italia da una parte, primo sponsor del direttore di Capodimonte, e Forza Italia e Lega dall’altra con i militanti un po’ seccati per le lungaggini della candidatura ufficiale. Dunque Schmidt sarà della partita e sfiderà la candidata del centrosinistra a trazione dem Sara Funaro.
Per il programma c’è ancora tempo ma l’ex direttore delle Gallerie, attorniato da cronisti e telecamere davanti all’arengario di Palazzo Vecchio (a mezzogiorno non c’è in giro un fiorentino neanche per sbaglio, di turisti invece a bizzeffe compresa un’anziana tedesca che saluta ’Herr Schmidt’) mette subito in chiaro alcuni punti. O meglio dice cosa proprio non gli piace della Firenze 2024.
"Vorrei restituire alla città quello che mi ha dato – premette – So che ci sono grandi problemi, a partire dalla sicurezza all’overtourism, ci sono difficoltà per le famiglie. Sono tutti problemi che vanno affrontati".
E poi: "Ci sono sempre meno giovani in centro, ma anche nelle periferie. Annuncerò nei prossimi giorni data e luogo dell’appuntamento in cui spiegherò il programma per filo e per segno. Il problema più grande di Firenze è il degrado, la sicurezza. Già come direttore degli Uffizi l’ho affrontato, ma ovviamente l’approccio sarà molto più allargato alle problematiche della città".
Schmidt accenna poi ai suoi primi rapporti con la città negli anni ‘80, da giovane studente, all’incontro con la futura moglie e alla carriera che l’ha portato fino alla direzione del museo più importante del mondo, come lo definisce lui stesso. E in coerenza con questo dichiarato amore per la città, fa appello alla "grande e gloriosa tradizione di Firenze" per lanciare un’offerta elettorale ai cittadini basata su due ingredienti: sicurezza e bellezza. "Ad esempio – dice – agli Uffizi abbiamo introdotto la regola di pulire il giorno stesso tutti gli imbrattamenti. Questo ha fatto sì che ci fossero molto meno episodi simili. È comprovato, del resto, anche statisticamente, che dove c’è un reato, questo attrae altri reati". Perché "dove c’è sicurezza, pulizia invece questa favorisce anche la libertà di tutti i cittadini".
Quindi il suo pensiero sulle condizioni del parco delle Cascine (spina nel fianco di ogni amministrazione) che non esita a definire "una tragedia", un po’ "come era a New York negli anni ‘80, il Central Park, il centro della criminalità". Ma dice ancora "le Cascine possono diventare il Central Park della città con offerte culturali e sportive per tutti quanti". E alla fine le stoccate politiche ai rivali: "Lo slogan della mia campagna elettorale? Una cosa superficiale, la cosa importante è il programma. So che c’è una candida sindaca indicata in maniera monarchica dall’alto otto-mesi fa, che sul suo sito web non ha ancora pubblicato il programma.
E quindi: "Io candidato paracadutato? Un’assurdità totale. Mi metto in aspettativa e spero, penso, mi auguro che anche altri candidati come il rettore dell’Università per stranieri di Siena, Tomaso Montanari, e l’assessora al Welfare, Sara Funaro, che sono già in piena campagna elettorale, facciano altrettanto. Le regole sono le stesse per tutti".