
Puoti (Cgil): "Il comparto degli accessori risente della flessione. Anche l’azienda denuncia difficoltà finanziarie" .
Ieri mattina anche alla Metalplus di Scarperia e San Piero si è scioperato per il rinnovo del contratto di lavoro nazionale. Ma il presidio che si è tenuto davanti ai cancelli di questa fabbrica, una delle più grandi del Mugello con i suoi circa 250 addetti, e che produce accessori metallici per l’alta moda, non si è limitato alle rivendicazioni nazionali ma ha voluto esprimere la preoccupazione dei lavoratori per la situazione aziendale.
"Tutto il comparto degli accessori – nota Antonio Puoti della Cgil – anche in Mugello continua a risentire della crisi del settore. Sono diverse le aziende in cassa integrazione, e ancor più in difficoltà sono le piccole azienda artigiane, che hanno minori ammortizzatori sociali e in molti casi li hanno già esauriti. Finora, nonostante le sollecitazioni, da parte del governo non c’è stata risposta sulla cassa integrazione in deroga, e non avendo altri strumenti le aziende più piccole finiscono per ricorrere a licenziamenti e riduzioni". E qualche micro-azienda in Mugello ha già chiuso i battenti. Mentre ormai da mesi è in crisi irreversibile la Pelletteria Claudio di Dicomano, che ha lasciato a casa trenta dipendenti, e altri trenta nell’indotto. Il comparto dell’alta moda in Mugello è di rilievo. Vi sono aziende di eccellenza, che lavorano per marchi propri e in conto terzi, nel settore della pelletteria e del tessuto.
"Un settore – dice ancora Puoti – con quasi un migliaio di addetti". In situazione di sofferenza, almeno da un paio d’anni, anche se non tutte le situazioni sono uguali. Le aziende che lavorano per Gucci, ad esempio, stanno incontrando maggiori difficoltà. Mentre altre, medio-grandi, in questi mesi, hanno registrato, dice Pina Angela De Vincenti per Filctem Cgil Firenze "una piccola boccata di ossigeno: fino al periodo estivo ci sono ordini, ma il rallentamento e le difficolta non sono terminate". Anche il suo collega sindacalista Puoti non è ottimista: "Per ora nel settore la primavera non si vede, gli ordini arrivano in modo sparso, con quantità minori e insufficienti. E’ una crisi sistemica". Qualche segnale di difficoltà il sindacato lo denuncia anche per la Metalplus: "E’ la stessa azienda a denunciare difficoltà finanziarie – dice Puoti -: lo dimostra il fatto che i lavoratori devono ancora ricevere il pagamento di parte della tredicesima 2024. Pagata a rate, in modo unilaterale. Oggi vi sarà un nuovo incontro, e la proprietà dovrebbe essere presente. Già ha fatto sapere che pagherà entro la fine di maggio, speriamo mantenga l’impegno".
Problemi, alla Metalplus – dove non è mancata la cassa integrazione e dove ora si è passati ai contratti di solidarietà -, si lamentano anche per i dispositivi di protezione dagli infortuni: "L’azienda passa al lavoratore trenta euro soltanto per un paio di scarpe antinfortunistiche. E non compera i pantaloni anti-acidi, pur essendovi la galvanica nel ciclo produttivo".
Paolo Guidotti