Daspo per gli aggressori, vigilantes e nuove misure di sicurezza a bordo, a partire dai vetri protettivi per gli autisti, e la costituzione ufficiale della Polmetro (al momento la Questura sta comunque già mettendo alcuni agenti a vigilare sulla linea). Sono le richieste dei sindacati per dire basta alle violenze contro gli autisti di bus e tram, una richiesta messa nero su bianco anche su cartelli attaccati alle fermate e sui mezzi. Il pacchetto sicurezza è emerso ieri durante lo sciopero provinciale di autisti e tramvieri di At, Fratelli Alterini e Gest contro le aggressioni. La protesta, indetta da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Faisa-Cisal e Cobas, ha raggiunto un’adesione di circa il 70% con disagi limitati per i cittadini.
"Molti lavoratori prendono servizio con la paura di venire minacciati o aggrediti e a nulla servono tutti i comunicati di solidarietà che riempiono i giornali ma non portano soluzioni", tuona dalla Filt Cgil il segretario interprovinciale Claudio Gani. Rincara la dose Fiasa-Cisal che tramite il responsabile rapporti con le istituzioni, Massimo Milli, chiede anche "daspo dai mezzi pubblici, cabine completamente chiuse, pene più severe e presenza a bordo della vigilanza privata come negli stadi". Fit-Cisl invece sottolinea l’urgenza di "un confronto per un protocollo di interventi mirati. Solo agendo congiuntamente con istituzioni e aziende arriveremo a risultati concreti", afferma il coordinatore Gianluca Mannucci. Per questo i sindacati sollecitano un incontro con la regìa della Prefettura e fanno sapere che il Comune avrebbe già espresso disponibilità. L’ultima aggressione ai danni di un’autista risale lunedì alla fermata Arcipressi: un uomo straniero ha prima aggredito una passeggera, poi ha picchiato la conducente quando questa ha aperto la porta per aiutare la donna. "Io invece arrivai al capolinea e a bordo c’era solo una coppia italiana – racconta S., autista che ha subito un’aggressione ad agosto –. Chiesi di scendere, ma volevano tornare indietro. Spiegai che ero arrivato a fine turno e dovevo riportare il bus in deposito. La signora si arrabbiò e allungò le mani nel posto guida schiaffeggiandomi e graffiandomi. L’azienda è stata molto comprensiva e mi ha seguito, però se il posto guida fosse chiuso non sarebbe successo".
Le testimonianze raccolte ieri fra autisti e passeggeri dicono che nulla è cambiato. "Le offese sono quotidiane: purtroppo manca l’educazione – dice un conducente al capolinea del 78 – Basta un po’ di ritardo per il traffico. Paura di notte? Faccio il capolinea a porte chiuse".
Fra i passeggeri c’è tanta solidarietà con i conducenti, perché autisti e passeggeri sono sulla stessa barca, anzi bus. "Da donna che prende i mezzi all’alba ho paura, spesso ci sono questuanti molesti. E la sera meglio non aspettare alle fermate isolate", racconta Cristina. "Appena salito sul tram alla Leopolda un uomo mi ha sferrato il cazzotto senza motivo – testimonia Paolo, che aspetta il 9 –. Perciò massima solidarietà agli autisti".
Carlo Casini