"All’esito delle indagini preliminari risulta escluso il collegamento dell’imputato con gruppi terroristici organizzati", scrive il tribunale, che ha accolto l’istanza dell’avvocato Samuele Zucchini e mitigato la misura cautelare nei confronti di Taleb Dani Moh’d, il giovane di origini palestinesi, residente in Valdisieve, che nella notte tra il 31 gennaio e il 1 febbraio scorsi lanciò due molotov contro il consolato Usa, rivendicando poi il gesto e annunciando il proposito di altri "attentati per dissuadere lo Stato Italiano dal fornire appoggio allo Stato di Israele".
Per Taleb, il tribunale ha disposto la revoca degli arresti domiciliari, commutandola nell’obbligo di dimora tra le 21 e le 7.30 del mattino. E’ stato valutato positivamente dal giudice, oltre agli esiti delle indagini svolte sui supporti sequestrati, anche il suo atteggiamento di collaborazione: ha infatti confessato di essere l’autore dell’attacco.
Condizione, questa, che potrebbe consentire al giovane anche di tornare a lavoro, visto che Taleb è il più grande di tre fratelli e recentemente è scaduto anche il contratto di assunzione del padre.
Ma tra qualche giorno comincerà anche il processo. Il 21enne, che ha scelto di essere giudicato con il rito abbreviato, è accusato di aver compiuto un atto di terrorismo con ordigni esplosivi con l’aggravante di aver agito di notte esponendo a pericolo la pubblica incolumità. La prima udienza è fissata il prossimo 24 ottobre di fronte alla gip Angela Fantechi.