STEFANO BROGIONI
Cronaca

La scomparsa di Kata, il punto sulle indagini: cinquecento parole per la pista giusta nascosta nei telefoni

Attesa per l’esito delle analisi sui dispositivi sequestrati ad agosto. La procura sospetta che non tutto sia stato riferito agli inquirenti anche da parte dei genitori. Racket, istanza dello zio per la scarcerazione

Firenze, 10 settembre 2023 –  L’arresto di quattro occupanti dell’Astor, tra cui lo zio di Kata, Abel Argenis Alvarez Vasquez e Carlos Palomino De La Colina, chiamato il “dueno“ (proprietario) dell’ex hotel di via Maragliano, per il presunto racket delle stanze, di cui i due peruviani vengono considerati gli orchestratori, non sembra il nocciolo della questione.

Già, perché la stessa mattina - era il 5 agosto scorso - in cui i poliziotti della squadra mobile hanno notificato le ordinanze di custodia cautelare per alcuni episodi di estorsione e il tentato omicidio di un occupante ecuadoregno, i carabinieri si sono fatti consegnare, per clonarne il contenuto, gli smartphone di entrambi i genitori di Kata.

Gli inquirenti sospettano che non abbiano riferito tutto, agli inquirenti. E cioè che della scomparsa della piccola Kata, le stesse famiglie - i Chicclo e gli Alvarez Vasquez - sappiano o sospettino qualcosa che si sono però tenuti per sè. Il padre della bimba, del resto, ha preso di sua sponte alcune iniziative di ricerca: si recò personalmente in un campo rom a chiedere informazioni ad alcune persone, e ha collegato quello che è successo all’Astor con la vecchia questione della partita di droga persa, in cui è rimasta coinvolta un’altra occupante dell’ex hotel (amdre dell’amichetta di Kata con cui la bimba ha giocato fino a pochi minuti prima dell’inizio del giallo), ipotizzando l’ipotesi dello scambio di persona.

Per cercare informazioni su questa pista ha cercato di mettersi in contatto, tramite il fratello detenuto in Perù, proprio con il trafficante protagonista dello “smarrimento“ di un borsone pieno di marijuana, che oggi è pure lui carcerato nella medesima prigione. C’è attesa per il risultato dell’analisi degli smartphone sequestrati, consegnati a un consulente della procura.

La pm Christine Von Borries ha consegnato una lista di circa 500 parole da immettere nelle memorie dei dispositivi per ricavare da esse conversazioni che possano essere utili alle indagini. Il “tema“ dello scambio di persona emerge da questa lista.

Ma vengono prese in considerazione altre piste: il rapimento, l’azione di un pedofilo, un incidente. Difficile dire quale sia la privilegiata. Anzi, forse non c’è. Nel frattempo, l’inchiesta parallela approda dinanzi al tribunale del Riesame. Domani mattina, l’avvocato Elisa Baldocci, difensore dei quattro arrestati, contesterà l’ordinanza del gip a partire dalla sussistenza dei gravi indizi.

Puntando sulle dichiarazioni di chi nega di aver ricevuto richieste di denaro da Abel e dagli altri per stare dentro l’Astor, e mostrando i video in cui loro stessi “acquistano“ da precedenti occupanti la loro stanza nell’occupazione. ste.bro.