REDAZIONE FIRENZE

Scontri a Firenze e Pisa, il reparto mobile ai raggi X. Il manuale d’istruzione degli agenti in piazza

Le regole d’ingaggio dei poliziotti in tenuta antisommossa. Parla l’ex funzionario: "Così dopo il G8 di Genova è cambiata la formazione"

Firenze, 27 febbraio 2024 – Le regole di ingaggio definiscono, nelle azioni di polizia, quando, dove e come le forze in campo devono essere utilizzate. Regole che, a Firenze (e soprattutto a Pisa), sono state predisposte e attuate anche venerdì scorso, con esiti tutt’altro che sperati. Cosa è andato storto nel contenimento del corteo pro Palestina? Chi ha sbagliato? È davvero tutta colpa degli agenti in tenuta antisommossa? Risposte complesse da fornire, ma, a ritroso, è utile risalire la catena di responsabilità e contestualizzare gli episodi.

Capitolo numero uno: la formazione. Dopo i fatti del G8 di Genova, che ha rappresentato l’anno zero, per volere dell’allora capo della polizia Antonio Manganelli è stato creato il Centro di formazione per la tutela dell’ordine pubblico (Cftop) a Nettuno (Roma). "Lì si tengono corsi specifici per operatori di polizia di ogni ordine e grado – spiega un ex poliziotto, per tanti anni al vertice del Sindacato dei lavoratori di polizia – che un giorno dovranno gestire situazioni come quella di Firenze o Pisa". Non c’è un modello valido per tutti i frangenti, ma in quelle lezioni "si spiega come e quanto temporeggiare, per esempio, quando la tensione sale durante un corteo, ma anche quando intervenire con cariche di alleggerimento", continua l’uomo.

Un manuale d’istruzione che dovrà essere messo in atto dal funzionario, designato dalla questura tra gli agenti con qualifica, a capo dell’unità operativa, ovvero della squadra di agenti con caschetto e scudo antisommossa. "Questa figura ha dato il via libera alle cariche di venerdì scorso – spiega l’ex agente di lungo corso –, e mentre per Firenze ci sono tanti fattori che hanno influito, per Pisa l’errore mi sembra più marcato". Anche alle squadre antisommossa – che sono reparti mobili della polizia – vengono forniti cicli di aggiornamento e formazione.

Capitolo numero due: il contesto. Il corteo di Firenze, stando alle prime ricostruzioni, si era avventurato in una zona off limits. "Siamo vicino al consolato americano, obiettivo sensibile per molti motivi – continua –. Il livello di allerta è maggiore e gli agenti sono istruiti diversamente. Non è una giustificazione, ma c’è comunque un ordine di scuderia che non si può ignorare".

Capitolo numero tre: l’esperienza e l’imprevidibilità. "Può succedere di tutto, sempre – conclude l’ex poliziotto –, e Firenze ne è la prova: un deviazione dal percorso autorizzato, la corsa di qualche manifestanti, la squadra di agenti impreparata e in inferiorità numerica. In questi casi è compito del funzionario decidere cosa fare: esporre a sputi e spintoni i colleghi? dare via alla carica di alleggerimento? temporeggiare e magari mediare attraverso la Digos con i manifestanti? Deve scegliere in fretta, è facile sbagliare, come abbiamo potuto vedere".

P.M.