di Stefano Brogioni
L’operato di alcuni appartenenti alle forze dell’ordine è rimasto dentro il confine del legittimo uso della forza o è andato oltre, durante la manifestazione di venerdì scorso nei pressi del Consolato americano? Sono le risposte che arriveranno dall’inchiesta aperta dalla procura. Risposte a loro volta cercate nei video, che gli inquirenti non hanno ancora finito di raccogliere. Molti sono infatti i filmati realizzati con gli smartphone dai manifestanti - molti dei quali finiti sui media e sulle pagine social - ma servono anche telecamere fisse che abbiano ripreso ogni fase dei fatti. Azione e reazione. Perché soltanto contestualizzando la dinamica nella sua complessità, è il ragionamento degli investigatori, si potrà soppesare anche l’atteggiamento delle forze dell’ordine.
Emerge sinora che un nutrito gruppo dei circa trecento manifestanti pro Palestina abbiano abbandonato piazza Ognissanti - dove era stato concordato e autorizzato il passaggio finale del corteo -, abbia iniziato a correre in direzione della sede del Consolato, andando quindi incontro al cordone. E quando manifestanti e poliziotti e carabinieri impegnati nel servizio di ordine pubblico sono arrivati a contatto, sono partite le cariche di alleggerimento, con l’uso dei manganelli. I filmati potrebbero rivelare anche se la situazione sia stata fronteggiata nella maniera adeguata o se, in lungarno Vespucci, le cose potevano essere gestite in maniera diversa.
Intanto, la digos ha già segnalato alla procura i primi cinque manifestanti. Si tratta di soggetti, tutti maggiorenni, che orbitano nell’area del sindacato Sì Cobas o dei Collettivi studenteschi. Persone denunciate "per i reati di violenza o minaccia a pubblico ufficiale, di danneggiamento e deturpamento di cose altrui, nonché per violazione dell’articolo 18 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, atteso il mancato preavviso nei termini di legge", ha precisato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi nella sua informativa alla Camera.
"I manifestanti hanno posto in essere ripetuti tentativi di sfondamento, respinti dal personale di polizia, anche grazie al successivo intervento di due squadre di rinforzo del Reparto Mobile - ha aggiunto Piantedosi -. Sul posto è poi intervenuta un’ambulanza della Croce Rossa per prestare soccorso ad una manifestante che è stata trasportata presso il Pronto Soccorso di Santa Maria Nuova per le cure del caso. Dopo una lunga attività di mediazione del personale della Digos, i manifestanti si sono nuovamente diretti presso Piazza Ognissanti dove la manifestazione ha avuto termine". Risulta, inoltre, che, nel pomeriggio del 23 febbraio, abbiano fatto accesso al pronto soccorso dello stesso ospedale, ulteriori 4 persone, che hanno dichiarato di essere rimaste ferite nel corso della manifestazione in questione".
"Nessuno ha mai messo in discussione il ruolo fondamentale delle forze dell’ordine - ha replicato il sindaco Nardella -. Si tratta di individuare le responsabilità dei singoli agenti e chiarire il funzionamento della catena di comando. Questa operazione di chiarezza è fondamentale non solo a tutela delle vittime di questi atti ma anche a tutela di tutti gli agenti delle forze dell’ordine la cui autorevolezza non va messa in discussione ma non si può al contempo affermare tramite l’uso della violenza". Ieri è andato poi in scena un flash mob dei Giovani democratici (Gd) di Firenze davanti alla sede fiorentina della Lega dove è stato esposto uno striscione con scritto "A casa chi giustifica i manganellì". Domani, i Cobas torneranno a manifestare: presidio al Curtatone, vicinissimo al Consolato USa.