
Un intervento della polizia di Stato (foto d'archivio)
Firenze, 1 marzo 2025 – Un ragazzo fiorentino, addetto al ricevimento con funzione di portabagagli, si trovava sull’uscio dell’Hotel Albani, in via Fiume, verso le 19 di giovedì, quando una decina di uomini, presumibilmente nordafricani, si sono avvicinati allo spazio esterno dell’albergo. Senza esitazione, hanno staccato due paletti che delimitano la sosta. Il dipendente ha cercato di fermarli, chiedendo di lasciare quanto stavano portando via, ma la reazione è stata immediata e brutale: uno di loro gli ha puntato una pistola alla tempia. L’episodio è durato solo pochi istanti, ma per il giovane il tempo sembrava essersi fermato. Sotto choc, non ha detto nulla ed è rientrato immediatamente all’interno della struttura.
Nel frattempo, la banda si è dileguata in direzione di piazza Adua. Subito dopo è stata allertata la polizia. Un episodio che segna ancora una volta la difficile situazione della zona intorno alla stazione di Santa Maria Novella, diventata ormai “terra di nessuno”. Lo sottolinea anche il direttore dell’Hotel Albani, Andrea Vagniluca, che denuncia un’escalation di violenza e degrado avvenuta dopo la pandemia. “Il cambiamento è avvenuto dopo il Covid. Si nota l’aumento dello spaccio, delle rotture di vetri delle auto, dei tentativi di furto. È successo anche a un furgone che stava facendo un ritiro dal nostro albergo. A un altro nostro dipendente è stato rubato il motorino, sempre qui”, racconta Vagniluca. “Lo scambio di droga e denaro è quotidiano ed è aumentato anche il numero di persone che vivono per strada. Bisogna trovare soluzioni diverse. Servirebbe più presenza delle forze dell’ordine durante tutto l’arco della giornata. Purtroppo però, anche se li prendono, il giorno dopo sono di nuovo fuori dal carcere”.
L’albergo, che ha già adottato misure di sicurezza come il potenziamento dell’illuminazione e l’impiego di guardie giurate durante la notte, si trova ora costretto a fare un ulteriore passo: “Ci toccherà metterle anche in fasce orarie diverse”, spiega il direttore. Una spesa che pesa sulle casse della struttura, ma che appare ormai necessaria. “Il nostro ragazzo, dopo l’aggressione, mi ha detto che non vuole più lavorare di sera. Anche altri dipendenti hanno paura. Purtroppo la situazione diventa sempre più difficile da gestire. Ripeto: servono più controlli e maggiore vigilanza”.