di Leonardo Bartoletti
Come da tradizione, stanotte, a mezzanotte, la piazza principale di Rufina, davanti alla chiesa San Martino, si colorerà dei colori dei fuochi d’artificio esplosi dalla famosa Berta. Torna infatti a Rufina lo scoppio del carro, che in Valdisieve celebra la Pasqua in modo solenne. Tutto ha inizio con un razzo camuffato da colombina che, percorrendo un cavo dalla sommità della chiesa al carro, incendia la miccia, che a sua volta innesca le luci e i fuochi d’artificio contenuti nel carro.
La tradizione nasce negli anni trenta del novecento, quando alcuni rufinesi, il giorno precedente la Pasqua, inventarono lo scoppio di un marchingegno rudimentale chiamato Berta, come l’attrezzo che i fabbri usavano per schiacciare le barre di metallo incandescente. Issata sugli alberi della piazza, la Berta veniva fatta cadere su dei petardi ricavati dalle capsule dei fiaschi di vino sistemati a terra, provocando scoppi fragorosi udibili in tutto il paese. Dopo l’interruzione per la seconda guerra mondiale, la Berta tornò diventando ufficialmente lo scoppio del carro perchè si trasformò in un involucro contenente petardi, sistemato su un carro da buoi a due ruote decorato con frasche e foglie d’alloro.
"Per celebrare l’arrivo della Pasqua – dichiara il sindaco Vito Maida – invito tutti a venire in piazza a ammirare il carro, il cui buon funzionamento in passato significava un’annata di ottimi raccolti". Dal Il sindaco, poi, ringrazia i volontari dell’associazione dello scoppio del carro, capitanati dal presidente Giustini, dichiarando che "l’amministrazione continuerà a finanziare la realizzazione di questa splendida opera d’arte, per non disperdere le nostre tradizioni".