Firenze, 18 dicembre 2024 - “Lo Scudo Verde può essere utile a migliorare la mobilità e l’equilibrio ambientale di tutta la città metropolitana di Firenze, a patto che sia utilizzato come strumento per analizzare e orientare il traffico a supporto delle necessarie scelte infrastrutturali. Per questo la domanda da farsi subito è cosa deve diventare da qui ai prossimi anni: un metodo per multare e quindi scoraggiare i mezzi inquinanti o una sorta di ticket per ridurre gli ingressi in città?”. A dirlo sono Stefano Corsi e Fiorenzo Martini, rispettivamente coordinatori della Commissione ambiente ed energia e della Commissione trasporti dell’Ordine degli ingegneri di Firenze, che commentano così il provvedimento. “Prendiamo atto dell’inizio della sperimentazione dello Scudo Verde dal 1° aprile, fatta salva la prevista autorizzazione ministeriale, senza l'introduzione di ulteriori limitazioni. A quanto si è capito – dicono Corsi e Martini - nella fase iniziale servirà infatti solo per limitare infrazioni ed irregolarità nell' ingresso di mezzi inquinanti disposte da anni e mai fatte rispettare”. “Giudichiamo positivamente il progetto nel suo complesso - dicono i due ingegneri - ma è cruciale stabilire fin da subito qual è la strategia che sta dietro alla sua adozione. La domanda da farsi è: che tipo di deterrenza dovrà esercitare lo scudo verde a Firenze tra cinque, dieci, quindici anni? La partita degli strumenti da utilizzare è successiva a questo ragionamento: che le vetture potenzialmente inquinanti vengano individuate mediante un sistema di telecamere con l’ausilio dei vigili oppure in entrambi i modi si può stabilire in seconda battuta” “Di sicuro lo Scudo Verde potrebbe garantire miglioramenti in termini ambientali - dicono Martini e Corsi - ma è bene ricordare che il solo impiego di tecnologie non può supplire alle carenze del sistema della mobilità, soprattutto quella sostenibile. Per questo, lo sosteniamo da tempo, si deve dare priorità allo sviluppo del trasporto pubblico locale - e non parliamo solo delle tramvie - ai sistemi di scambio intermodale tra i diversi mezzi pubblici e privati, nonché all'incremento degli spazi pedonali e per la mobilità dolce”. “In particolare – continuano gli ingegneri - è bene ricordare che il sottopasso ferroviario dell’Alta velocità consentirà, oramai a breve, la possibilità di incrementi anche consistenti di servizi ferroviari in superficie: un’opportunità che Firenze deve saper sfruttare a pieno, perché ogni persona in più che utilizza il treno è una macchina in meno sulle strade. In questo contesto è augurabile che il sistema dello Scudo Verde possa contribuire anche alla promozione dell'integrazione dei servizi di Trasporto pubblico locale con tutte le modalità di trasporto, comprese quelle ‘dolci’ come quella ciclabile”. “Il progetto dello Scudo Verde – concludono Corsi e Martini – dovrebbe essere a nostro parere integrato con la presenza di parcheggi scambiatori, spazi di sosta e box per i residenti. Tutti interventi che si riveleranno funzionali a ridurre il traffico, favorendo la circolazione”.
CronacaScudo verde, Ingegneri fiorentini: “Va chiarita subito la finalità"