"Scudo verde? Non ho idea di cosa sia". Risponde così la maggior parte dei fiorentini interrogata sul discusso scuso verde, la cui entrata in vigore è prevista per l’inizio del 2025, ma del quale sembra si sappia ancora troppo poco. Anzi, qualcuno, non ne sa proprio nulla. "Non l’ho mai sentito nominare, ma voto sì a tutto ciò che possa ridurre l’inquinamento -spiega Chiara Pierotti-, lavoratrice nel centro storico fiorentino. Non vedo quale possa essere il risvolto negativo se la manovra punta ad eliminare le auto non più a norma o limitare la circolazione dei veicoli. Il traffico è una condanna della nostra città e se deve essere almeno che sia sotto controllo". E per chi invece ha un’auto più vecchia e si trova costretto a cambiarla? "Speriamo almeno negli incentivi".
Sui sistemi di gestione, i divieti in vigore e le eventuali deroghe le domande sono ancora molte e, nel frattempo, chi ha un’attività teme per gli effetti che lo scudo verde possa avere sulle imprese. "La gestione di questo scudo ha creato estrema confusione tra i fruitori e chi, come noi, opera nel centro della città" spiega Aldo Cursano, presidente di Confcommercio.
"Abbiamo paura per i nostri fornitori e per chi eroga servizi. Si parla di tramvia, di ztl, di cantieri, ma ogni lavoro e restrizione mette sempre più in ginocchio la viabilità di chi lavora. Il centro è già difficile da raggiungere. Se oltre ai residenti vogliamo far andare via anche le imprese siamo sulla strada giusta. Poi il centro storico diventerà, come durante la pandemia, un bellissimo scheletro monumentale senza vita. Tutti abbiamo a cuore la città e bisogna regolare la circolazione delle macchine e dei mezzi pubblici, ma va fatto con cognizione di causa altrimenti passiamo dalla padella alla brace".
Rossano Nuvoli è appassionato d’auto d’epoca, e nello scudo verde proprio non ci crede. "Non tutti possono permettersi un’auto nuova e meno inquinante, o magari si trovano a dover dare via auto con le quali hanno fatto pochissimi chilometri. Si parla di inquinamento ma nessuno parla dell’impatto ambientale che lo smaltimento delle batterie dei mezzi elettrici comporta. Le vere auto che meriterebbero di circolare sono quelle di un tempo, loro sì che sono belle, non queste moderne che non si sentono nemmeno arrivare".
Anche Mario Giudici non lo vede di buon occhio, e lo definisce una "manovra politica" che non ha nulla a che vedere con la questione ambientale. "Andremmo a colpire il ceto medio-basso che non può comprare macchine di ultima generazione. E la “scusa“ dell’inquinamento non regge se poi circolano autobus che inquinano come quattro macchine vecchie".
Un’opinione pubblica spaccata in due, tra chi teme per gli affari e si preoccupa del proprio portafoglio e chi invece lo ritiene necessario per una città affogata nel traffico. "Io uso principalmente mezzi pubblici -racconta Aldo Sula -, ma le macchine invadono la città e da qualche parte bisogna partire per governare una circolazione impazzita. Io lavoro in centro e riconosco lo scudo come un impedimento per i fornitori che circolano con mezzi costosi non facili da sostituire, ma a farne le spese non può essere l’ambiente".