REDAZIONE FIRENZE

Scuola Città Pestalozzi - Firenze

Cosa possiamo fare, nel nostro piccolo, per migliorare la qualità del mondo nel quale viviamo

Il rapporto tra l’uomo e la natura è sempre stato molto complicato. L’uomo sin da quando è arrivato sul pianeta ha cominciato a modificare la natura a proprio vantaggio. Ha cominciato a uccidere gli animali per procurarsi il cibo e per proteggersi. Con la scoperta del fuoco ha cominciato a bruciare le risorse naturali. Quando ha iniziato a capire che era la creatura più intelligente e ha compreso che non doveva più preoccuparsi di procurarsi il cibo, ha cominciato ad uccidere più animali di quelli che gli sarebbero serviti, per creare degli oggetti a volte anche inutili. Dopo molto, moltissimo tempo che era sul pianeta, grazie alla sua evoluzione, ha scoperto delle nuove sostanze chimiche che lo hanno aiutato ad alimentare alcune delle sue invenzioni che però hanno rovinato molte risorse naturali. Negli ultimi 50 anni la nostra “impronta ecologica” si è incrementata del 190%. L’uomo ha sparso sulla terra e negli oceani particelle radioattive, particelle carboniose, plastica, vetro, cemento, alluminio e insetticidi. L’uomo rade al suolo molte foreste per produrre molta carta e la maggior parte non viene usata. Il nostro sovraconsumo ha generato un bisogno crescente di energia, suolo e acqua. Ha inquinato mari e oceani e sta causando la morte e l’estinzione di molte creature marine.

Se ci guardiamo per un momento intorno, è facile rendersi conto di quanto consumo inutile di materiali facciamo ogni giorno. Noi ragazzi, ad esempio, siamo sommersi dalla plastica. La usiamo tutti i giorni, ne usiamo così tanta che il suo consumo è diventato un problema per l’ambiente: ogni anno se ne producono 396 milioni di tonnellate! I danni che produce la plastica sono evidenti sulla terra, ma anche nei mari. Nel mare, vengono riversati d 5 ai 13 milioni tonnellate di plastica ogni anno. Il problema della plastica nei mari di tutto il mondo è sempre più urgente da affrontare.

L’analisi della plastica trovata nei mari ha permesso di stabilire che questi detriti provengono da contenitori, bottiglie, coperchi, cavi, reti da pesca e nastri da imballo. Le microplastiche presenti nei mari sono dannose per la fauna (i pesci se ne nutrono) entrando così all’interno della catena alimentare. Le microplastiche sono presenti nel pesce che mangiamo e diventano dannose per la nostra salute. La plastica dovrebbe essere riciclata e utilizzata meglio, invece, pochissimi la riciclano, solo il 20% di tutto il pianeta. Oltre a riciclarla dovremmo trovare altri materiali da usare e consumarne di meno. Per noi giovani studenti della scuola media, l’inquinamento, non è soltanto un argomento di studio, ma è problema reale che viviamo ogni giorno in prima persona e ci preoccupa per il futuro. Con la scuola, negli anni passati, abbiamo partecipato ad alcune manifestazioni contro l’inquinamento, cantando e mostrando sempre più in alto i nostri cartelloni. Quello che volevamo dire e che vogliamo dire è che tutti noi possiamo fare qualcosa per cambiare il mondo.