
Un anno fa è scoppiata nel mondo una terribile pandemia chiamata dagli scienziati Covid-19, che ha costretto tutti noi a stare chiusi nelle nostre case per lunghi periodi per evitare la diffusione del virus. Oltre alle scuole, sono stati chiusi tutti i luoghi di ritrovo, le palestre, le piscine, i luoghi dove si svolgono le attività ricreative e sportive e a soffrire maggiormente di questa situazione siamo stati noi giovani, che abbiamo dovuto rinunciare ad andare al parco con gli amici, a far visita ai nonni e per alcuni periodi siamo stati costretti a fare lezione a distanza attraverso lo schermo di un computer.
I ragazzi hanno sofferto e soffrono tanto per questo isolamento e purtroppo sono aumentati i disagi. Ultimamente anche in Italia si è diffuso il fenomeno degli Hikikomori, adolescenti che si chiudono nella propria stanza, dedicando tutto il loro tempo a giocare ai videogames (in Italia, le stime parlano di circa 100 mila casi di giovani tra i 14 e i 30 anni). Inoltre, sono aumentati tra i giovani i casi di ansia, crisi di panico e autolesionismo, tutti collegabili alla solitudine e all’isolamento forzato.
In questa difficile situazione in cui il tempo libero abbonda e la noia può prendere il sopravvento, molti giovani hanno saputo impiegare le loro giornate in modo creativo: alcuni si sono dedicati alla pittura, rispolverando in soffitta vecchie scatole di colori e pennelli; altri hanno imparato a suonare uno strumento o a comporre brani musicali; altri hanno dedicato il loro tempo alla cura degli animali oppure hanno riscoperto vecchi giochi da tavolo o la magia degli origami. In questo lungo periodo di isolamento, molti giovani si sono dedicati alla cucina, creando nuove ricette di dolci e di pizze fantasiose, altri, invece, hanno riscoperto il mondo della lettura per volare con la fantasia. Infine, molti si sono costruiti delle vere e proprie palestre in casa con oggetti di fortuna e campi da tennis e ping pong sulla tavole del salotto, per volare con la fantasia anche con lo sport.
Una storia che ci ha molto colpito è stata quella di due fratelli romani di 20 e 17 anni, Giuseppe e Pietrosilvio Cipolla, che hanno creato il progetto DSA Study Maps: realizzano e condividono gratuitamente mappe concettuali su vari argomenti di studio per studenti con bisogni educativi speciali (BES) e disturbi specifici dell’apprendimento (DSA). Migliaia di giovani hanno riempito le pagine social con messaggi che contenevano ringraziamenti, complimenti e incoraggiamenti: davvero un bel modo per impiegare il tempo libero durante la pandemia!