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Scuola, Tar Lazio: "Governo dia prove che Dad è indispensabile"

Il tribunale amministrativo del Lazio, a seguito del ricorso presentato dal comitato ri(n)corriamo la scuola, ha chiesto che l'avvocatura dello Satto produca i verbali del CTS (Comitato Tecnico Scientifico) in cui si esplicita la necessità della didattica a distanza per motivi di sicurezza Covid

Firenze, 12 febbraio 2021 - "Fateci vedere le carte". Non è proprio una vittoria, ma certo il comitato fiorentino  ri(n)corriamo la scuola,  che ha presentato  il ricorso sul  D.P.C.M. 14.1.2021 per la parte in cui si continua a prevedere la pratica della  didattica a distanza al 50% per le scuole superiori, può segnare un primo, e forse decisivo, punto a proprio favore. La  Prima Sezione del TAR Lazio ha infatti riconosciuto  che l’Avvocatura dello Stato non ha prodotto i dati e i verbali del Comitato Tecnico Scientifico (CTS) posti alla base del provvedimento impugnato, ed ha ritenuto di doverne chiedere espressamente l’acquisizione, rinviando la camera di consiglio alla data del 24 febbraio prossimo.

"Si tratta di una bella vittoria, perché, quantomeno, abbiamo ottenuto visto riconosciuto il diritto del cittadino di conoscere gli atti posti alla base di provvedimenti che limitano diritti costituzionali. Il 24 vedremo poi se i verbali del CTS ( mai resi pubblici) giustificavano davvero la chiusura della scuola" dice l'avvocata Iris Vaiarini, in rappresentanza del comitato. 

"Abbiamo deciso di impugnare il DPCM perché  a nostro parere va a ledere un diritto costituzionalmente garantito come il diritto all'Istruzione" sottolinea l'avvocata.  Che aggiunge "l'art 34 della costituzione parla chiaro, dice che la Scuola è aperta a tutti, riconoscendone implicitamente la funzione sociale: la scuola insomma, per la nostra carta Costituzionale, non è colo il luogo dove si studia, ma è anche e forse soprattutto il luogo  fisico in cui i ragazzi si incontrano per apprendere. Dunque è un luogo di socialità e di relazione, principi che in questo momento storico, e non da ora,  sono venuti totalmente a mancare".

Ma la didattica a distanza non basta?

"La DAD, come dice il nome stesso, non è scuola: è insegnamento a distanza. Sono due cose differenti. Per altro, nel DPCM si prevede la possibilità di un ritorno tra i banchi nella misura anche del 75% ed invece tutti si sono appiattiti sul 50%. Il che significa che i nostri ragazzi vanno a scuola fisicamente a giorni alterni,  o,  peggio,  a settimane alterne. Il tutto dopo aver tenuto per mesi chiuse le scuole di ogni ordine e grado" 

La verità, sottolinea l'avvocata Vaiarini,  è che  stiamo provocando un gravissimo danno alle generazioni che  rappresentano il futuro del Paese:  in questi mesi sono stati fatti degli studi approfonditi, tra gli altri dalla prof.ssa Sara Gandini, dal prof. Daniele Novara, che provano come la mancanza della scuola in presenza e il confinamento domestico stanno producendo danni psicologici e psichici pesanti sui nostri ragazzi, che vanno dagli stati d'ansia a vere e proprie forme di depressione".

"Voglio precisare - conclude - che quello che stiamo facendo non riguarda solo i nostri figli, ma tutti i ragazzi italiani, in particolare i ragazzi più disagiati, quelli delle famiglie più povere o con meno strumenti economici e culturali, che sono e saranno le vere vittime di tutto questo" 

Domenico Guarino