Elettra Gullè
Cronaca

Scuola. “Vi racconto il mio anno in Cina e vi spiego perchè ci vorrei vivere”. Prima puntata del Salotto del Marco Polo

Protagonista del primo incontro in streaming una studentessa che ha trascorso il suo quarto anno di superiori in Cina. “Un Paese bellissimo e molto sicuro”

Al via Il Salotto del Marco Polo

Un momento della prima puntata

Firenze, 14 novembre 2024 – “Tornerei subito in Cina. Sto cercando una Università in cui studiare. È un Paese bellissimo, dove vige il rispetto delle regole. E questo si traduce in una grande sicurezza. Pensate che lì le persone lasciano tranquillamente le borse incustodite, anche fuori dai bagni degli autogrill”. Lucia Petirro, studentessa di quinta del Marco Polo, è stata la prima ospite della novità della scuola: il Salotto del Marco Polo, visibile in diretta sul canale YouTube della scuola. “Inauguriamo oggi questo nuovo spazio libero di confronto e di dialogo tra adulti e ragazzi. L’obiettivo è far emergere storie personali e dare voce a chiunque voglia condividere qualcosa di significativo”, ha spiegato il preside, Ludovico Arte, che in questa esperienza di ‘salottino tv’ viene affiancato da Matilde Pietropaolo, studentessa di quarta.

Ecco che Lucia ha raccontato il suo anno cinese. “Ho sempre voluto vivere un’esperienza di studio in un altro Paese. Non ho scelto io la Cina, però - ha raccontato -. Mi sono iscritta a un’agenzia di Intercultura per fare l’anno all’estero durante la quarta, indicando dieci possibili destinazioni. Alla fine, ho ottenuto una borsa di studio per la Cina, l’ultima scelta che avevo indicato, anche se già studiavo il cinese”. Dopo i timori iniziali, suoi e soprattutto del padre, Lucia è partita per la grande avventura, che è stata così positiva da fare addirittura accarezzare l’idea di trasferirsi lì, un giorno. Dal viaggio di 17 ore in treno da Pechino per raggiungere la cittadina cui era stata destinata (“Un treno terribile, stretto e non molto pulito”, ricorda la ragazza) alla conoscenza con la sua ‘famiglia cinese’ (“Molto carini e accoglienti. Tutt’ora ci sentiamo spesso”) alla dura routine scolastica. Niente piercing, niente orecchini. Tutti con la divisa scolastica. “E se qualcuno veniva beccato ad usare il cellulare a scuola, gli veniva ritirato anche per una settimana”, racconta Lucia.

Stavo a scuola dalle 7,20 alle 23 - dice -. La disciplina era molto rigida e i professori erano severi. Dormivo nel dormitorio scolastico, mentre il fine settimana andavo dalla mia famiglia”. E per parlare? “I miei genitori cinesi, con la figlia e la nonna, parlavano solo la loro lingua. All’inizio non capivo niente. Per il primo mese e mezzo abbiamo comunicato tramite un traduttore simultaneo”. E il cibo? “Per me nessun problema. Mi sono trovata benissimo. È vero comunque che mangiano i cani. Quanto ai biscotti della fortuna e agli involtini primavera.. no, non li ho mai visti”. Qualche curiosità? “Dopo pranzo, a scuola, gli studenti dormono sui banchi per riposarsi. Chi non ha sonno deve osservare un rigido silenzio”.